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Perché il Cagliari non vince più?

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Perché il Cagliari non riesce a vincere? Ecco come Di Francesco potrebbe guarire le ferite della sua squadra

Nelle ultime sei partite del campionato 2020/2021, il Cagliari ha portato a casa due sconfitte e quattro pareggi. La vittoria manca da novembre. Il lavoro di Eusebio Di Francesco sta iniziando a dare i suoi frutti, come si è visto negli ultimi due match ma è ancora troppo poco per una squadra che potrebbe dare molto di più. Si fa fatica a decollare e la media punti è quella di una squadra che non sembra avere sogni di gloria, accontentandosi piuttosto dei punti necessari per arrivare a una comoda salvezza. È davvero questo ciò che il Cagliari vuole oppure è arrivato il momento di invertire il trend? Ecco da dove si potrebbe e dovrebbe ripartire.

GIOCO – È abbastanza evidente come la squadra abbia perso durante queste partite quella brillantezza che aveva meritatamente portato alle tre vittorie contro Torino, Crotone e Sampdoria. I rossoblù risultano molto meno incisivi, il Covid si è accanito duramente contro la compagine di Di Francesco che, in molte occasioni, ha dovuto fare a meno degli uomini più importanti per il suo gioco e cambiare di conseguenza l’assetto della squadra. Sembra quasi che il ruggito del Leon Nahitan Nandez sia indispensabile per un Cagliari che proprio in occasione della forzata assenza dell’uruguaiano ha perso completamente l’orientamento. Manca uno spirito, un’identità che lentamente si sta tentando di costruire, manca equilibrio tra i reparti nonostante sia indubbia la crescita di alcuni giocatori.

ATTACCO – Fino a qualche settimana fa, l’attacco del Cagliari veniva definito da tanti fatale, invincibile, con Joao Pedro e Giovanni Simeone pronti a diventare una macchina da gol. Eppure anche lì qualcosa si è inceppato: quattro partite a secco per quattro uomini del reparto offensivo. Gli ultimi gol firmati dalle punte risalgono al match contro lo Spezia quando ad andare a segno furono Joao Pedro e Leonardo Pavoletti. È arrivato poi il turno di Razvan Marin a Verona, Riccardo Sottil contro l’Inter e Charalampos Lykogiannis domenica, in casa contro l’Udinese. Il bomber brasiliano numero 10 era partito alla grande anche quest’anno ma da qualche settimana ha perso la brillantezza che l’ha sempre contraddistinto: lo vediamo spesso sprecare tante occasioni importanti, non si avvicina più alla porta come un tempo, non sembra più lui. Situazione simile ma con una concreta spiegazione quella di Giovanni Simeone: il Cholito si sacrifica sempre per la squadra ma a volte non basta. Non va a segno dal 31 ottobre, in occasione della partita contro il Bologna. Gli manca ancora quella cattiveria e quella freddezza per mettere in difficoltà l’avversario. Condizione positiva invece per Pavoletti e Cerri che dopo la positività del Cholito hanno avuto l’occasione di scendere in campo dal primo minuto, dimostrando di voler dare il via, ogni settimana, a un ballottaggio per vincere il posto da titolare.

LA DIFESA – Dopo tante critiche finalmente la difesa del Cagliari ha iniziato a reagire e a trovare quella compattezza e quella solidità richiesta da mister Eusebio Di Francesco. Domenica, contro l’Udinese, anche il 3-5-2 provato vanamente con l’Inter, ha funzionato. Merito anche del ritorno di Diego Godin che è stato leader del reparto oltre che della partita. C’è poi Sebastian Walukiewicz che, ad appena 20 anni, dimostra che l’età a volte non conta, che anche i grandi possono imparare dai più piccoli. E lui insegna, mostra le sue giocate raffinate e precise, conquistandosi la piena fiducia del mister che lo vuole titolare a ogni partita. Altri uomini importanti per la difesa rossoblù sono Klavan, Carboni, Ceppitelli e Pisacane. Il giovane sardo deve crescere tanto, ha bisogno di esperienza ma le sue prestazioni risultano sempre e comunque positive. Luca Ceppitelli, ex capitano, dopo vari infortuni è sceso in campo domenica e la sua presenza ha davvero fatto la differenza. Pisacane, invece, non è ancora riuscito a trovare il suo spazio.

METAMORFOSI – Quella a cui il Cagliari sta lavorando da quando Di Francesco è approdato in Sardegna è una trasformazione partita dalle radici. Si va alla ricerca di identità, personalità, compattezza per una squadra che l’anno scorso, dopo aver provato il brivido di stare tra i primi posti in classifica, è sprofondata in un baratro da cui è stato difficile uscire. C’è ancora tanto da lavorare, Di Francesco ne è pienamente consapevole ma si sa, le trasformazioni richiedono tempo. Lo sa bene Charalampos Lykogiannis, al Cagliari dal 2018 senza però mai affermarsi concretamente. Arrivò con la fama di essere bravo a calciare le punizioni ma fino alla gara con il Crotone di quest’anno non aveva mai fatto centro. Con l’Udinese è arrivato il bis per Babis che finalmente si può prendere la sua rivincita: è diventato indispensabile per la squadra, è attento e concentrato. Ora sappiamo chi è il vero Lyko.

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