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Monza Cagliari, i brianzoli hanno celebrato Gigi Riva: il ricordo

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Monza Cagliari, i brianzoli tramite il proprio sito ufficiale hanno celebrato il leggendario attaccante dei rossoblù Gigi Riva

La partita tra il Monza ed il Cagliari, domani alle ore 15:00 presso l’U-Power Stadiu, si è rivelata un grande occasione per ricordare una leggenda. Infatti il sito dei brianzoli ha celebrato il mitico attaccante dei rossoblù Gigi Riva. Tutto ciò tramite tre testimonianze che riportano sia la grandezza che l’umiltà del miglior realizzatore di sempre della Nazionale italiana. Il ricordo:

Chi è cresciuto con il calcio di quegli anni e faceva il tifo per altre squadre lo ha comunque amato. Perchè la storia di Gigi Riva a Cagliari conserverà per sempre l’incantato romanticismo di una fiaba umana e sportiva. L’imminente sfida con i sardi è ghiotta occasione per omaggiare a modo nostro un gigante che ci ha lasciato qualche settimana fa. Rombo di Tuono non ha mai giocato a Monza in partite ufficiali eppure le infinite vie del web (e quelle molto più limitate della mia memoria) regalano tre flash dai risvolti struggenti, per diversi motivi, che lo legano alla nostra città. Tre amarcord che mi hanno emozionato. Spero di riuscire a fare altrettanto nel raccontarli in ordine rigorosamente cronologico.

L’episodio iniziale è postuma suggestione. Stagione 1963-64, quella della prima storica promozione in A del Cagliari. Il ragazzo di Leggiuno è al debutto sia sull’isola che in cadetteria e mister Sandokan Silvestri lo maneggia con amorevole cura alternandolo saggiamente con Tonino Congiu, idolo indiscusso della tifoseria rossoblu dell’epoca e anima della conquista della Serie B nel 1962. Gigi ha un fisiologico calo primaverile, ‘Su Sirboni’ (Il cinghialetto, soprannome affibiato a Congiu dalla torcida sarda) si fa trovare pronto andando in gol contro il Padova all’Amsicora e guadagnandosi la riconferma – a spese di Riva – per la trasferta al ‘Città di Monza’ del 15 marzo 1964. Un Cagliari ai limiti della perfezione fa saltare la panca di Lamanna annichilendo i biancorossi con 5 pappine aperte da una sfortunata autorete di Ferrero (segnatevi il nome, tornerà tra poco) e chiuse proprio dalla zampata del mitico Congiu. Che firma – senza saperlo – il suo ultimo gol in rossoblu. Quelli di Gigi saranno l’enormità di 164. Alcuni destinati all’immortalità. Monza come ideale passaggio di consegne tra un discreto attaccante di categoria e una vera e propria leggenda.

Il secondo flash è puro brivido. Campionato 1969-70, quello dello Scudetto più pieno di poesia del calcio italiano. Il Cagliari inaugura la sua trionfale stagione pareggiando senza reti a Genova contro la Sampdoria. E’ il 14 settembre 1969. Scopigno, filosofo prestato al pallone, concede al suo bomber il permesso di non rientrare con la squadra perché quella stessa sera è in programma l’incontro tra due non sardi che diventeranno clamorose icone della Sardegna: Riva e De André. Fabrizio è l’idolo di Gigi e viceversa. Ci sono meravigliose immagini in bianco e nero che documentano lo scambio di regali: la chitarra del cantautore al mancino rossoblu, la maglia numero 11 indossata da Riva nel pomeriggio a Marassi al poeta genovese.ù

A organizzare l’incontro, dietro insistito pressing di un’ala sinistra trasformatosi in asfissiante marcatore, un biancorosso doc citato poco sopra: Giuseppe Ferrero. Il roccioso centrocampista nativo di Torino, 138 presenze e 19 gol in sette robuste stagioni monzesi, era stato compagno di Gigi nel campionato precedente (Cagliari secondo). Tra i due nacque subito una profonda amicizia ulteriormente suggellata da quella serata magica che Riva porterà sempre nel cuore. A proposito di amicizia: chissà come sarà nata quella tra il granitico Ferrero e il poeta De André? Monza come luogo dell’anima di chi ha regalato a Gigi uno degli incontri più emozionanti della sua vita.

Il terzo racconto è attaccamento viscerale. Serie B 1984-85. I fasti dello scudetto sono malinconico ricordo. Il Cagliari di Ulivieri lotta per evitare l’onta della Serie C. Riva, nominato responsabile del settore tecnico dal Presidente Moi, è incrollabile e fiera bandiera cui aggrapparsi con tutte le forze. Domenica 21 aprile 1985 un Monza (quasi) salvo riceve i rossoblu disperatamente terzultimi. Gigi è squalificato, non può affiancare l’allenatore in panca e dovrebbe andare in tribuna.

Ma vuole star vicino ai ragazzi del ‘suo’ Cagliari in grave crisi. E ci riesce. Le modalità ci sfuggono (sarebbero comunque ormai in prescrizione) eppure – come confermerà Angelo Scotti al termine della partita – il tipo parzialmente coperto dal cappuccio di un k-way del Cagliari appollaiato sulla panchina all’imbocco del mitico tunnel del Sada è proprio il grande Rombo Di Tuono. Padroni di casa in vantaggio con scaltro pallonetto di Ambu, immediato pareggio ospite con tap-in sottomisura di Crusco (deludentissimo biancorosso la stagione successiva). Monza come testimonianza di dedizione assoluta a una causa soprattutto nei momenti di difficoltà. Gigi Riva: eroe trasversale a tutte le bandiere e mito per antonomasia del calcio degli indimenticabili anni ’70.

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