Marchetti: «Ho bei ricordi di Cagliari anche se poi Cellino mi ha messo fuori rosa. Sulla gara con la Roma...» - Cagliari News 24
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Marchetti: «Ho bei ricordi di Cagliari anche se poi Cellino mi ha messo fuori rosa. Sulla gara con la Roma…»

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Federico Marchetti, portiere del Cagliari, è stato ospitato da una trasmissione radiofonica per parlare dell’attualità squadra del tecnico Fabio Pisaacne

Federico Marchetti in Sardegna ha vissuto dei ben momenti prima di spiccare il volo verso Roma, sponda Lazio. L’ex portiere del Cagliari è stato ospitato dalla trasmissione radiofonica “Il Cagliari in Diretta”, in onda sulle frequenze di Radiolina, per commentare il momento della formazione sarda. I rossoblù di Fabio Pisacane sono attesi dalla complicata sfida dell’Unipol Domus contro la Roma di Gian Piero Gasperini. Le sue parole:

RICORDI DI CAGLIARI – «Ora abito a Roma, sono rientrato qua. Ricordo di Cagliari cose belle, l’ultimo anno è stato ai margini per me, ma non cancella gli anni precedenti con Allegri e festa».

PROBLEMI CON CELLINO – «Ho fatto un’intervista al Mondiale in cui parlavo della trattativa con la Sampdoria, ero in contatto con il mio agente. Torno dalla Nazionale ed un giornalista che non stava simpatico a Cellino mi chiese di quel tema: dissi che mi sarebbe piaciuto giocare la Champions, ma che non c’era l’accordo tra le società. Il presidente ha montato il caso perchè non aveva dei buoni rapporti con Velluzzi. La gente sapeva chi ero, mi volevano bene e mi sono goduto tutto nonostante avessi perso titolarità e Nazionale. E’ passata come una cosa normale, ma non lo era. Io poi non era che volessi andare alla Samp, mi sarebbe solo piaciuto giocare le coppe europee. Tutti mi sono comunque stati vicini tranne alcuni tifosi che non sapevano bene».

RIMPIANTI – «Nel 2008 sono arrivato in Serie A. Rimpianti? Non rimpiango di non essere arrivato prima, era così prima a meno che non fossi un fenomeno alla Buffon. Ero l’unico che giocava titolare in Serie A a quell’età, poi dopo ho giocato fino a 40, gli infortuni però mi hanno limitato. Gli ultimi anni di Lazio mi hanno condizionato e poi la società ha puntato su Strakosha, che se l’è meritato. Essere titolare ancora per un po’ era un mio obiettivo, ma fa nulla, sono soddifsatto così della mia carriera».

DOMINARE L’AREA DI RIGORE – «Si, mi piaceva uscire. Tra i pali sono tutti capaci, alcuni eccellono anche come quelli che hanno fatto grandi carriere come Buffon. Pochi come me rischiavano uscendo dall’area piccola, ero sicuramente uno un po’ incosciente. Bella la stima di allenatori come Allegri, sapeva che gli potevo risolvergli delle grane. Quando me ne andavo dalle squadre mi rimpiangevano tutti. Uscite? Anticipi il tiro, se la prendi non tirano e quindi non pari. Così eviti che si creino delle occasioni da contrastare con un tuffo. L’uscita è la parata che non fai, quella che preferisci, come dice Caprile».

ALLEGRI – «Rimane intatta la sua personalità anche oggi, già ai tempi si vedeva che era ambizioso. Quando leggo che non fa giocare le sue squadre ripenso al nostro Cagliari, noi giocavamo in tutti i campi. Vincemmo a Firenze e Torino, con la Juve, il pareggio di San Siro con l’Inter. Rischio esonero dopo 5 giornate? Dopo la riunione pre partiyta rideva, diceva che dopo le 5 sconfitte era lui a rischiare e non noi giocatori. Non era facile mantenere la fiducia nel gruppo, lui poi sa farsi scivolare tutto addosso».

NAINGGOLAN – «A Cagliari era ai margini quando è arrivato da Piacenza, giocava trequartista e Cossu era intoccabile. Bisoli l’ha messo davanti alla difeda ed è iniziata la sua carriera. Derby? Da avversario ricordo più cose dalla mia parte ma anche alcuni persi per colpa sua, mi ha fatto gol, abbiamo giocato bei derby contro».

RICORDI PIU’ BELLI – «La convocazione in Nazionale, ci sono riuscito grazie al Cagliari. Cito delle partite: la vittoria con il Napoli in casa, una gara rocambolesca. Mia parata e poi ripartenza ed un gol nostro. La vittoria con la Juve in casa loro, non capitava da 40 anni. Ricordo le gare con piacere, al ritorno all’aeroporto c’erano molti tifosi».

CAGLIARI DI OGGI E GARA CON LA ROMA – «Mi piace che i Cagliari ama giocare, la mano di Pisacane è presente. Lui ha fatto il corso con me ed era un martello, si vedeva che aveva le idee chiare. Faceva tante domane ad Ulivieri, aveva la mentalità giusta! Roma? Partita difficile, con Gasp stanno facendo bene, ma i sardi hanno le qualità per fare risultato».

FUTURO – «Ho preso il primo patentino, il B, ora mi sto formando. Ho fatto il corso per allenare i portieri, dopo voglio fare il Uefa A e poi valuterò le richieste. Voglio allenare, più squadra che portieri, ma partirei anche da lì».

EX COMPAGNI – «Sono in contatto con parecchi del gruppo del primo anno con Allegri, è rimasto un bel legame che c’era già ai tempi. Ci sentiamo spesso con Lazzari, Matri, Biondini, Bianco, Acquafresca, Lupatelli e Cossu. Eravamo un grande gruppo! Sapevamo di essere forti, il mister ci ha dato la consapevolezza. Eravamo molti giovani con vari esperti come Bianco e Lopez, molti hanno poi fatto la Nazionale come Biondini e Cossu. Peccato che di quella squadra ci ha lasciato Astori…».

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