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LIVE – Giulini: «Operazione Alves fondamentale, Borriello incredibile. Obiettivo? La salvezza»

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Alle 16, presso il T Hotel, verranno presentati gli ultimi due volti nuovi del Cagliari, Luca Bittante e Panagiotis Tachtsidis. Il terzino ed il centrocampista, arrivati in prestito da Empoli e Torino nelle ultime ore di mercato, sono atterrati in Sardegna il giorno dopo la chiusura del mercato ed hanno svolto una settimana d’allenamenti con i nuovi compagni. Alla conferenza stampa sarà presente anche il presidente rossoblù Giulini.

 

Segui con noi il live della presentazione a partire dalle 16.

 

Tutti i presenti sono in piedi per ricordare Nenè, l’eroe dello scudetto del 1970 scomparso negli scorsi giorni.

 

Apre la conferenza il patron rossoblù Giulini: «Sono lieto di presentare questi due ragazzi, sono certo che ci daranno una grossa mano e saranno in grado di aiutare il gruppo». Al presidente seguono i due nuovi acquisti, prende parola Bittante: «Ritrovo Rastelli dopo i tre anni importanti di Avellino, voglio dare il mio contributo a questa squadra. Rastelli è sempre stato uomo di grande carattere, anche ad Avellino siamo riusciti a ottenere risultati superiori ai pronostici; abbiamo addirittura sfiorato la A. Ora l’ho ritrovato cresciuto, la sua storia insegna. Appena ho parlato col presidente ho capito l’importanza del progetto, il mercato lo ha confermato. Raramente ho visto squadre così coese, ora tocca a noi dare il massimo. Il ruolo? Sono destro naturale ma ho giocato tanto a sinistra, sono arrivato in A giocando sulla fascia mancina. All’occorrenza posso andare anche a destra, certo. Mi piace attaccare, ma so che oggi la fase difensiva conta altrettanto». Microfono a Tachtsidis: «Anche due anni fa sono stato vicino al Cagliari, finalmente sono qui: sono contento e non vedo l’ora di iniziare. In queste due gare ho visto il Cagliari caratterizzato da un gran gruppo, non ha avuto fortuna perché poteva vincerle entrambe. Vedo un Cagliari che può fare grandi cose. Ovunque sono andato ho dato il 100%, il gol segnato al Cagliari due anni fa è stato un caso perché ero stanchissimo: alla fine Zeman mi ha bonariamente rimproverato. Io penso prima alla squadra che a me, sono pronto a fare quello che vuole il mister. Io lavoro e magari posso fare il salto di qualità, mi piacerebbe farlo con il Cagliari. Ho girato tanto, ci sono poche società come questa, così vicine ai calciatori. Aspettavo questo trasferimento da tempo, alla fine sono riuscito ad arrivare qui e ne sono felice».

 

Parola nuovamente a Luca Bittante, che spiega le sue caratteristiche: «Posso giocare a destra o a sinistra, non cambia. L’importante è dare il massimo fino all’ultimo per ottenere i nostri obiettivi. L‘anno scorso a fine stagione sapevo di un interessamento del Cagliari, poi a Empoli ci siamo ritrovati in quattro terzini e ho cercato una soluzione che mi potesse permettere uno sviluppo della carriera: ho parlato col presidente ed eccomi qui. Ho sempre avuto il numero 20, con quello ho esordito fra i professionisti. L’anno scorso a Empoli ho esordito in A col 6: ho sommato i due numeri ed ecco il 26». Il centrocampista greco, sulla scia delle parole del nuovo compagno di squadra, spiega la scelta del 77: «Io ho sempre preferito il 7 ma l’ho sempre trovato occupato, da tempo ho scelto il 77». Poi qualche battuta sulle sue caratteristiche e sulla sua condizione fisica: «Ho cominciato a giocare come trequartista, poi sono passato davanti alla difesa: so leggere i tempi di gioco degli avversari, devo ancora entrare in forma per trovare la giusta velocità. Il Cagliari? Ho sempre parlato con giocatori che stavano qui, mi hanno sempre detto che si sta bene: non solo per la città, ma per la società. Sto bene, posso giocare 5 o 90 minuti. Ci sarà da capire i movimenti che chiederà il mister, in questa settimana ho cominciato a farmi un’idea». Il centrocampista greco torna poi all’offerta dei sardi, svelando di non aver avuto dubbi nonostante le avances di altri club: «C’erano Bologna e Standard Liegi che mi seguivano, ma quando si è presentato Capozucca non ci ho pensato due volte. Mi ha portato in Italia e ora mi ha detto grandi cose dei progetti cagliaritani. Ho firmato subito».

 

Si inserisce anche il presidente Giulini, che dice la sua sui numeri di maglia: «Negli ultimi due anni ho sempre preferito i numeri bassi per le maglie dei calciatori, massimo 35. Tachtsidis è la prima eccezione e spero che porti fortuna, oltretutto il 77 è il mio anno di nascita». Il patron isolano esprime poi tutta la sua soddisfazione per il mercato appena concluso: «Sono estremamente soddisfatto del mercato. Dal primo arrivo, Bruno Alves, abbiamo messo esperienza nei ruoli chiave. L’anno scorso la squadra era completa per la B, ora abbiamo colmato il gap per la categoria. Non siamo riusciti a prendere Rincon ma abbiamo chiuso il mercato rinforzandoci bene in due ruoli che avevamo scoperti. Se sono qui a presentare i ragazzi è perché sono contento del mercato. Mati Fernandez? Il Milan ha insegnato al mondo il management sportivo, ho conosciuto l’ambiente rossonero nelle giovanili e poi ho conosciuto l’Inter a livello dirigenziale. Vedere le milanesi nelle condizioni in cui sono mi fa tristezza, spero che i successori cinesi siano in grado di tornare ai livelli di Berlusconi e Moratti. L’episodio di mercato è ulteriore motivo di tristezza per l’ambiente milanese. Tachtsidis lo seguivamo dall’inizio del mercato, piace molto a Capozucca e ne ho parlato tanto anche con Rastelli. L’operazione si è fatta all’ultimo, ma è successo quello che doveva succedere. E’ arrivato un giocatore che può essere valida alternativa a Di Gennaro, siamo stati bravi e fortunati a portarlo con noi. Le carte con la Fiorentina erano firmate, ma come sapete nel calciomercato un’operazione può saltare anche all’ultimo secondo. Siamo cascati in piedi, anzi abbiamo fatto una scelta ancora più intelligente. Il campo ti dà sempre quello che meriti, si è visto anche in queste due partite. La stessa retrocessione forse è stata meritata, così come la vittoria del campionato l’ultima stagione. Contro il Genoa era forse giusto perdere, così come è giusto il pari con la Roma. Ora andiamo a Bologna per meritarci una vittoria. A Genova vinceranno in pochi, e anche la Roma è forte: due partite indicative per migliorare sulla fase difensiva e per capire che dobbiamo giocarcela fino alla fine in ogni gara. La rosa ci soddisfa, un bel mix di giovani ed esperti. Speravo che arrivassimo a 7000 abbonati, erano 12 anni che non facevamo numeri così e succede in un momento di calo generale. Tante volte l’anno scorso siamo stati uno degli stadi più pieni in percentuale. Ringrazio tanto i tifosi per questo, e anche per l’asta benefica che è andata molto bene: riusciremo a dare più di 12mila euro alla Croce Rossa per i terremotati. Le operazioni per me ideali sono come quella di Bruno Alves: il giocatore che prende un aereo per venire a parlare senza intermediari, poi l’accordo a Wembley. Altre volte ci sono i procuratori, chi più chi meno aggressivo, e con loro bisogna parlare. Dopo Rincon volevamo Donati, era una prima scelta. Il procuratore è lo stesso di Borriello, ma il club di appartenenza lo ha dichiarato incedibile. Poi quando ho riparlato con D’Amico per Borriello, che mister e ds chiedevano sin dal primo giorno, siamo riusciti a trovarci d’accordo. L’operazione Bruno Alves oltretutto ha fatto da volano, come successo lo scorso anno con Storari. Quando arriva un giocatore così importante, chi viene contattato dopo ci pensa molto a fondo. L’anno scorso Melchiorri poteva andare in A e ha scelto noi, per rendere l’idea. Borriello? Speravamo che fosse un giocatore così in forma, non è scontato dopo due mesi di allenamento in solitaria. Non ce lo aspettavamo e ciò dimostra che si tratta di un giocatore incredibile».

 

La campagna acquisti ha aumentato l’entusiasmo della tifoseria, ma secondo il presidente rossoblù è presto per parlare di altri obiettivi che non siano la salvezza: «L’Europa? Quest’anno credo che sia impossibile, concentriamoci sulla salvezza e se questa arriverà in anticipo saremo più contenti. L’ambizione è questa, oltre a quella di dare uno stadio confortevole ai cagliaritani quanto prima. Ogni gruppo sa vincere solo grazie alla mentalità vincente, le vittorie degli ultimi tempi hanno creato un bel clima e i tesserati spesso parlano bene di me, ma so che i risultati contano e che le cose possono cambiare. Io ci metto perseveranza e passione, poi i risultati fanno il resto». Il patron si sofferma poi sulla questione stadio: «Entro fine settembre dovrebbe arrivare la variante urbanistica per lo stadio provvisorio. I tempi sono stretti, speriamo di farcela. Abbiamo iniziato a smontare Is Arenas, vorremmo poterla rimontare dove sappiamo a inizio 2017 per poi unirvi i tre lati di tribune tubolari presenti al Sant’Elia. Spero che le istituzioni ci aiutino a far avverare il sogno. Non è così scontato che arrivino giocatori importanti con uno stadio poco decoroso, ricordo ad esempio Pinilla che andò via perché non gradiva giocare in quell’impianto. Lo stadio nuovo? Stiamo attendendo la variante urbanistica che è un passaggio chiave, poi accelereremo nella scelta della società di progettazione. Il progetto attuale è preliminare, poi seguiranno il progetto definitivo e quello esecutivo. Il nostro progetto è già approfondito, quindi di fatto la prossima fase sarà quella di un progetto sia definitivo che esecutivo». Si torna poi alla sessione di calciomercato conclusasi negli scorsi giorni: «Il colpo di mercato di questa stagione? Credo che l’Inter abbia fatto un colpo incredibile con Gabigol. Ci abbiamo provato anche noi ma al momento era inarrivabile, mi fa piacere che poi sia arrivato nella mia ex squadra del cuore. Pescara e Crotone si sono strutturate per affrontare la categoria, io credo che noi abbiamo qualcosa in più ma non si gioca con le figurine: spero che riusciremo a centrare il nostro obiettivo».

 

Dichiarazioni raccolte dal nostro inviato Sergio Cadeddu

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