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Jeda: «Il Cagliari può dire la sua quest’anno! Credo in Pisacane, conosce bene l’ambiente. Sul calciomercato…» – ESCLUSIVA

Jedaias Capucho Neves, ex giocatore del Cagliari noto come Jeda, è intervenuto ai nostri microfoni nella giornata odierna. Le sue dichiarazioni
Jedaias Capucho Neves, ex attaccante del Cagliari meglio noto come Jeda, ha avuto un trascorso in Sardegna dal 2008 al 2010. Il giocatore brasiliano con la maglia rossoblù ha collezionato 91 presenze, messo a segno 22 gol e fornito 9 assist. In vista della nuova stagione che attende i rossoblù, è intervenuto ai microfoni di CagliariNews24. Sono molteplici i temi trattati, dall’attualità in casa Cagliari al calciomercato e molto altro! Le sue parole:
LE PAROLE DI JEDA
Il Cagliari sotto la guida di mister Davide Nicola ha chiuso l’ultima stagione in bellezza ottenendo la salvezza. Come giudica l’annata appena conclusa dai rossoblù?
«Secondo me è stata un’annata molto positiva! Nicola ha tenuto il gruppo in maniera eccellente, ha creato una grande sinergia tra i giocatori che anche nei momenti di difficoltà hanno saputo reagire e sono riusciti a venirne fuori. Questa è stata una delle caratteristiche che ho notato maggiormente, Nicola in queste situazioni è stato un esperto, specie nelle salvezze».
In questo periodo storico gli scenari sono cambiati, è stato nominato come allenatore Fabio Pisacane. Come valuta la scelta della società e cosa si aspetta da lui?
«Al contrario di chi è molto scettico e valuta in maniera negativa, io ci credo! Vado a valutare anche quelli che sono i rapporti di Pisacane con il mondo Cagliari. E’ stato un giocatore che ha dato tanto, uno molto importante nel periodo in cui ha giocato. Ha fatto un po’ di gavetta nel settore giovanile e conosce molto bene l’ambiente. Credo che possa essere una di quelle leve positive, questo anche perché poi andare sul mercato a trovare allenatori bravi che possano venire in un ambiente come quello rossoblù – e far bene -, non è assolutamente semplice. Tutto questo è legato al fatto che gli serve una squadra all’altezza della situazione, questo va detto».
Nella stagione che sta per iniziare il Cagliari potrà ritrovarsi all’interno delle medesime dinamiche e dovrà lottare per la salvezza? Pensa che i rossoblù possano puntare al centro classifica?
«Penso che il Cagliari possa dire la sua, è chiaro che dipenderà molto da quello che sarà la squadra messa a disposizione dall’allenatore. Cagliari è un ottimo ambiente per far bene, in cui i giocatori possono esprimersi, vivere tranquillamente e pensare solamente a giocare. Tale ambiente ti porta serenità e tranquillità per poi andare in campo e pensare, appunto, solo a giocare. Spero e mi auguro che possa essere così e che possa essere allestita una squadra, non dico in grado di raggiungere l’Europa, non parlo di utopia o cose improbabili, ma di cose fattibili: ovvero fare una salvezza tranquilla».
Il Cagliari ha compiuto delle mosse significative in questa finestra estiva di calciomercato. Può esprimere la sua opinione in merito all’arrivo di Borrelli e Folorunsho?
«Sicuramente sono due ottimi giocatori, soprattutto Folorunsho che conosco bene; lui può dare qualcosa in più a centrocampo. Se vogliamo dirla tutta, non basta perché questo sarà un campionato impegnativo e complicato, pertanto bisogna assolutamente allestire una squadra in grado di poter competere con le altre. La scelta dei giocatori e degli uomini che ne possano far parte è fondamentale anche perché dopo si pretenderà dall’allenatore qualcosa, e per pretendere è necessario anche dargli la possibilità e ciò significa prendere i giocatori giusti».
In quanto alle cessioni operate dal d.s. Angelozzi, cosa mi dice? E’ d’accordo con quella del centrocampista rumeno Marin?
«Marin non era un giocatore che a me dispiaceva sinceramente, però nell’ultimo periodo ha avuto un po’ meno possibilità, meno occasioni e probabilmente anche lui forse non era contentissimo. Io vado sempre su quel tasto in cui se si cambia un giocatore della sua qualità, perché comunque è un calciatore importante, e aveva un buon approccio con la piazza, bisogna sostituirlo a dovere. Non credo sia una perdita così eclatante, però è necessario andare a prendere un giocaore che possa essere utile a questo Cagliari».
Un’altra grande stagione B è agli inizi nel campionato di Serie B. Quale può essere la rivelazione del campionato? Potrebbe essere l’anno della svolta per una squadra storica come la Sampdoria?
«Già il fatto che la Sampdoria sia stata in Serie B è un disastro, in più ha lottato per non retrocedere. Anzi ci è andata all’inizio e poi dopo c’è stato tutto quel ribaltone che solo in Italia succede. Ovviamente mi aspetto che una società storica come la Sampdoria possa veramente fare un cambiamento epocale e ritornare ad essere una squadra protagonista del calcio italiano. Questio o nel campionato di Serie B o in Serie A, anche perché ha una tifoseria importante. Il club doriano poi ha una storia e questa cosa ci lascia un po’ così, vedere una squadra che è tantissimo in difficoltà, ma non da oggi, bensì da qualche anno, non fa bene al club e ai tifosi! Non si capisce il perché non riesca ad uscirne».
Volgiamo uno sguardo alla Nazionale italiana. Secondo lei il nuovo CT Gennaro Gattuso riuscirà a inaugurare un nuovo corso? Cosa ne pensa dell’esonero di Luciano Spalletti?
«Mi aspettavo da Spalletti un qualcosa in più. E’ un allenatore di grandissima capacità, di carisma, per cui mi aspettavo un cambiamento veramente epocale in questa Nazionale. Purtroppo c’è stato un inizio promettente, ma dopo pian piano sono subentrate delle difficoltà, delle cose che non gli hanno permesso di continuare il suo cammino. Non possiamo solo parlare dell’allenatore e dei giocatori, è necessario cambiare mentalità e bisogna saper comandare e dettare quelle che sono le strategie da percorrere. Serve per cercare di valorizzare tanti giocatori giovani o poter scommettere e credere su di loro. Mi auguro che Gattuso possa fare questo perché ha dei valori, poi è stato un campione del mondo, sa che cosa vuol dire vestire la maglia della Nazionale. Più che la tecnica e il talento bisogna portare gli uomini e fargli capire che cosa rappresenta la Nazionale per il popolo italiano».
Si ringrazia Jeda per la gentilezza e disponibilità mostrate nel corso di questa intervista
