Jankto: «A Cagliari e in Italia mi sento davvero bene, pensavo che il pubblico mi avrebbe...» - Cagliari News 24
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Jankto: «A Cagliari e in Italia mi sento davvero bene, pensavo che il pubblico mi avrebbe…»

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Le dichiarazioni del centrocampista del Cagliari, Jakub Jankto: ecco uno stralcio delle parole del calciatore rossoblù

Ha recentemente parlato il centrocampista del Cagliari, Jakub Jankto. Tornato in Italia grazie alla sessione estiva del calciomercato, il giocatore ceco si è concesso ai microfoni di BBC’s LGBT Sport Podcast. Nel corso dell’intervista, Jankto ha affrontato soprattutto il tema dell’omosessualità nel calcio, delle sue sensazioni da calciatore professionista e del suo coming out. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni.

CAGLIARI E ITALIA – «È bello che tutti sappiano a Cagliari e in Italia della mia omosessualità. Con i ragazzi non ne parliamo. Dicono solo “usciamo” e io dico “verrò con mio figlio o i miei amici” e non c’è nessun problema. Sai, mi aspettavo che durante le partite in trasferta qualcuno tra il pubblico mi fischiasse, ma nessuno lo ha fatto. Proprio nessuno, nessuno! Ho pensato: “Oh mio Dio. È così bello. È così bello che tutti mi sostengano”. Mi sento davvero bene qui».

NAZIONALE – «La prima volta che giocai contro l’Inghilterra, con la maglia della Repubblica Ceca, perdemmo per 5-0. Ricordo non giocammo una bella partita, ma giocare per la propria Nazionale è uno degli onori più grandi. Arrivare ai quarti di finale di Euro 2020 è stato uno dei miei più grandi successi, sia per me stesso che per la squadra».

COMING OUT – «Mi mette pressione. Non è facile essere il primo al mio livello a dire: ‘Sì, sono gay, ma giocare a livello professionistico è un mio sogno e sono sempre alla ricerca di modi per migliorare. E il coming out è ciò di cui avevo bisogno per stare meglio. Ho anche pensato tra me e me: “Beh, guarda, Jakub, tu sei un calciatore professionista, ma hai la tua vita che devi vivere come vuoi”. Per me questo è stato fondamentale. Non avevo paura quando ho fatto coming out. È stato un momento grandissimo per me, ma dopo sei, sette mesi posso dire che non è stato un errore. Se potessi farlo di nuovo, lo farei sicuramente, perché ha aiutato me stesso e penso che abbia aiutato molte, molte persone. È stato un momento enorme per tutti i calciatori, e molti calciatori professionisti di molti club mi hanno scritto ringraziandomi per questo. Ora sono davvero felice di poter giocare senza nascondermi o avere paura. Vado avanti come se nulla fosse successo, e questo è davvero, davvero bello».

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