Is Arenas, parla il Prefetto Giuffrida: "Vi spiego perche non è sicuro" - Cagliari News 24
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2013

Is Arenas, parla il Prefetto Giuffrida: “Vi spiego perche non è sicuro”

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In una lunghissima lettera inviata al quotidiano L’Unione Sarda e pubblicata sul sito web della testata, il prefetto di Cagliari, Alessio Giuffrida, ha spiegato le sue ragioni per definire l’Is Arenas un impianto non sicuro: “Nell’intento di fornire un contributo chiarificatore in ordine alla complessa vicenda che riguarda lo stadio Is Arenas di Quartu S.Elena, la Prefettura ritiene utile svolgere alcune considerazioni che, si auspica, possano far comprendere, sebbene la materia risulti strettamente tecnica e particolarmente complessa, la situazione in cui versa attualmente l’impianto sportivo di cui trattasi. Ci si scusa sin d’ora per alcuni passaggi particolarmente tecnici che dovranno essere svolti a seguire, di cui si tenterà di semplificare l‘esposizione, a vantaggio di quanti ne abbiano interesse. 1) I lavori della Commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo. La costruzione degli impianti sportivi è regolata da un decreto ministeriale del 1996, modificato dai cd. “decreti Pisanu”, che stabilisce, molto dettagliatamente, in oltre 20 articoli di legge, come gli impianti in questione devono essere costruiti. Secondo il decreto del 1996, la Commissione di vigilanza deve esprimere due diversi pareri, uno sul progetto di realizzazione della struttura, da rilasciare prima che l’impianto sia costruito e l’altro sulla sicurezza e solidità dell’impianto, da rilasciare a lavori ultimati. Solo a seguito della formulazione di quest’ultimo parere, il Sindaco del Comune interessato può valutare se rilasciare, o meno, la licenza di agibilità. Il procedimento davanti alla Commissione è stato avviato il 26 luglio 2012 per l’esame del progetto, esame che, in termini anomali rispetto a quanto di norma avviene, è stato condotto mentre, contestualmente, venivano effettuati lavori ed opere di realizzazione dell’impianto, spesso sopravanzanti lo stesso stato progettuale. La Commissione ha sinora tenuto 21 riunioni istruttorie, senza poter giungere all’espressione di un parere su un definitivo progetto, atteso che, ancora nell’ultima seduta del 13.2.2013, è stato alla stessa proposto un nuovo progetto per l’area di prefiltraggio sulla via Olimpia, modificativo di quello approvato in precedenza. Nel corso di questi mesi, infatti, sono state apportate, rispetto al progetto originariamente esaminato, modifiche al prefiltraggio della Tribuna Nord, al sistema di alimentazione elettrica (fondamentale per l’intera gestione dell’impianto), all’area catering e skybox, agli spogliatoi, al sistema di pronto soccorso, all’area di somministrazione, al sistema di afflusso dei tifosi ospiti, ai parcheggi, ecc. Ritardi sono stati, inoltre, registrati nella presentazione dei documenti richiesti, tra i quali quelli relativi alla collocazione dei tifosi diversamente abili, per i quali non è stata ancora realizzata un’area adeguata allo scopo e non sono stati riservati posti sufficienti secondo la normativa del CONI. Da quest’ultimo organismo si attende poi il parere obbligatorio su tutte le varianti finora apportate, parere senza il quale la Commissione, che l’aveva richiesto sin dal 20 novembre, non può, per legge, esprimersi. Detto parere non è stato sinora prodotto dalla Società interessata. Problematiche di rilievo continuano a persistere, sebbene rilevate fin dallo scorso mese di novembre, per alcuni altri importanti aspetti, come l’avvenuta realizzazione, non approvata dalla Commissione, di cancelli a scorrimento veloce posti tra le tribune ed il campo da gioco, ritenuti particolarmente pericolosi e non a norma, la presenza di fosse settiche non a norma, la realizzazione di alcune finestrature negli spogliatoi, la realizzazione di un secondo posto di pronto soccorso, l’assenza di un sistema viario per l’accompagnamento delle tifoserie ospiti e, soprattutto, la totale assenza dell’obbligatorio sistema di prefiltraggio per tutta l’area della via Olimpia. Su tali criticità, rilevate già da alcuni mesi e che incidono sulla generale sicurezza dell’impianto nonostante lo stesso risulti apparentemente in grado di ospitare il pubblico, la Commissione, verificata la carenza delle risposte fornite, ha assegnato un termine per l’adempimento, scaduto il quale non ha ancora ottenuto i chiarimenti richiesti. La prossima seduta è stata fissata per lunedì 25 febbraio. Si ribadisce, ad ogni buon conto, che il parere sulla solidità e sicurezza della struttura, preordinato al rilascio, da parte del Sindaco, della licenza di agibilità, potrà essere espresso, per legge, solo a lavori ultimati e, quindi, solo quando saranno realizzate tutte le opere ancora mancanti, per l’ultimazione della quali non è stata comunicata alla Commissione alcuna previsione temporale. La semplice presentazione di nuove proposte progettuali o dei documenti ancora mancanti non condurrebbe, quindi, al cd. parere di agibilità dovendosi attendere la realizzazione di quanto progettato e non ancora realizzato. Eventuali, future pronunce negative della Commissione non pregiudicherebbero, peraltro, la possibilità, per i soggetti interessati, di presentare, in qualsiasi momento, una nuova istanza di parere alla Commissione stessa che, si sottolinea, non opera in vista dei singoli incontri di calcio, non essendo alla stessa attribuiti poteri autorizzativi. 2) Lo svolgimento delle partite presso lo stadio Is Arenas. Comprensibili, a tal riguardo, devono ritenersi le perplessità manifestate dai tifosi e dall’opinione pubblica che non sono sinora riusciti a comprendere perchè uno stadio ormai completamente aperto al pubblico possa ritenersi ancora non agibile e perché poi lo stesso possa esserlo solo per alcune partite e non per altre. A ciò si aggiunga il fatto, spesso non ricordato, che la sede ufficiale indicata dal Cagliari per l’iscrizione al campionato di serie A non è lo stadio Is Arenas, ma il Nereo Rocco di Trieste. Tali perplessità sono, poi, alimentate dalla circostanza, poco comprensibile per i “non addetti ai lavori”, della dichiarazione di messa “a norma” dello stadio, adottata dall’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive. Sul primo punto, si deve precisare che lo svolgimento delle partite presso lo Stadio di Quartu S. Elena è sinora sempre stato autorizzato, con l’unica eccezione dell’incontro Cagliari-Juventus, dal Sindaco o da altri organi del Comune interessato. Si è trattato, quindi, di autonome decisioni adottate dall’Autorità comunale, che si è assunta la responsabilità di consentire l’utilizzo dello stadio pur in assenza del requisito dell’agibilità. Per le prime partite, allorchè lo stadio era utilizzato solo in parte, all’autorizzazione del Sindaco sono seguite misure limitative disposte dal sig. Prefetto per assicurare un limitato afflusso di pubblico in condizioni di sicurezza (accesso ai soli abbonanti o ai tifosi fidelizzati). Per le partite a stadio completamente aperto, l’autorizzazione è stata rilasciata dal Sindaco con un provvedimento adottato ai sensi dell’art. 68 del Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza sul quale il Prefetto non ha potere di intervento se non nel caso in cui sia necessario sospendere o annullare il provvedimento comunale per stretti motivi di ordine e sicurezza pubblica. Detti motivi sono stati ritenuti sussistenti e tali da non consentire lo svolgimento dell’incontro in condizioni di sicurezza solo nel caso della partita Cagliari-Milan; le condizioni di sicurezza delle altre partite sono state di volta in volta valutate dal sig. Prefetto, supportato dai vertici provinciali delle Forze di Polizia. Per ogni partita la Lega Calcio ha poi dovuto autorizzare il cambio di campo da Trieste a Quartu S. E., proprio perché quest’ultimo non è ancora il campo da gioco ufficiale del Cagliari. La situazione di incerta legittimità della prassi sinora seguita per consentire l’utilizzo dello stadio è stata, peraltro, ben delineata nell’ultimo decreto del Presidente del Tar Sardegna, adottato in vista della partita Cagliari-Torino, con il quale è stato messo in luce lo stretto collegamento che dev’esservi tra l’apertura dell’impianto al pubblico e la sua agibilità, anche nel caso in cui si adottino autorizzazioni come quelle sinora assunte dal Comune di Quartu S. Elena. Diverso è il caso affrontato dal decreto, di sola natura cautelare, del Presidente del Tar Sardegna adottato per la partita Cagliari-Milan, che, nell’udienza di discussione della causa tenutasi ieri 20 febbraio, è decaduto. Sulla vicenda di quella partita proseguirà, quindi, la discussione di merito, avendo la Prefettura presentato le proprie osservazioni ed eccezioni ancora all’esame del Tribunale amministrativo. A tal riguardo e con riferimento al secondo punto citato all’inizio, si deve precisare che la dichiarazione di messa a norma dello stadio da parte dell’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive, sulla quale si è anche basata la decisione del Tar, riguarda solo alcuni limitati profili di sicurezza finalizzati a contrastare la violenza sportiva (tornelli, videoregistrazione, emissione di biglietti nominativi), ma non attiene a tutti restanti aspetti della sicurezza esaminati dalla Commissione di vigilanza. E’ chiaro, quindi, che uno stadio dichiarato a norma dall’Osservatorio può non esserlo, come nel caso di Is Arenas, per quanto riguarda gli aspetti strutturali, impiantistici e di sicurezza generale di competenza della Commissione di vigilanza, della quale fanno parte, non a caso, non solo Prefettura e Questura, ma anche i Vigili del Fuoco, il Genio civile, l’ASL, il Coni, il Comune interessato ed un esperto in elettrotecnica ed in acustica. Da ultimo, occorre precisare che anche la sentenza sfavorevole alla Prefettura relativa alla partita Cagliari-Roma del 23 settembre u.s. non ha in alcun modo riguardato le condizioni strutturali dell’impianto, sulle quali il Tar Sardegna non ha svolto alcuna considerazione, avendo invece rilevato un difetto formale di procedura che, ad avviso del giudice di primo grado, avrebbe inficiato il decreto prefettizio di rinvio della partita. La sentenza in questione sarà a breve impugnata da questa Prefettura dinanzi al Consiglio di Stato. Quanto sopra si rende noto evidenziando come le Istituzioni dello Stato a diverso titolo coinvolte nella complessa e delicata vicenda (Prefettura, Forze di Polizia, Commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo) abbiano sinora lavorato intensamente per venire incontro, sempre nel quadro della massima legalità, alle forti aspettative riposte dall’opinione pubblica nella realizzazione della nuova casa del Cagliari, consapevoli dell’alto valore rappresentativo che tutta la Sardegna attribuisce alla squadra e dell’affetto che tutti i tifosi nutrono per il Club rosso blu, non dimenticando, tuttavia, di dover sempre guardare, quale prioritario valore di riferimento, alla sicurezza dei cittadini e, in particolar modo, di quanti, anche adolescenti e bambini, si recano negli impianti sportivi certi di accedere a strutture sicure sotto tutti i punti di vista. L’impegno continuerà per il futuro con lo stesso grado di intensità, con l’auspicio che il Club sportivo ed il Comune interessato reperiscano, quanto prima, le soluzioni progettuali ed esecutive che consentano di superare le criticità ancora in atto presso l’impianto“.

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