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Il Sant’Elia è tornato maledetto

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Da fortino inespugnabile a preda facile. Il Sant’Elia sembra essere tornato quella della passata stagione, quando il Cagliari perse ben 11 gare casalinghe e ne vinse appena 4 in tutto il campionato.

 

La maledizione era stata capovolta ad inizio campionato, con i rossoblù di Rastelli capaci di conquistare sempre i tre punti tranne che in un’occasione (1-1 al 90’ contro il Como dell’ex Festa). Insomma, se il Cagliari è al secondo posto con 14 punti di vantaggio sulle terze, lo deve soprattutto al proprio rendimento interno.

 

Ma da quando è iniziata la crisi di febbraio-marzo, le cose sono cambiate e il Sant’Elia più che un valore aggiuntivo sembra mettere ancora più sotto pressione il Cagliari. Un Cagliari obbligato a vincere, sempre e comunque. Un Cagliari obbligato a convincere, sempre e comunque. Un Cagliari obbligato ad arrivare primo, davanti alla sorpresa Crotone che sta facendo registrare numeri impressionanti. Un Cagliari che non può permettersi tutte queste sconfitte, anche se la Serie A non è assolutamente in pericolo.

 

Tre sconfitte consecutive in casa non si vedevano dalla scorsa stagione, più o meno nello stesso periodo, quando sulla panchina del Cagliari sedeva Gianfranco Zola. Roma, Inter e Verona: tutti k.o. per 2-1, tutti arrivati nello stesso modo. Anche Zdenek Zeman riuscì nell’impresa di perderne tre di fila: Fiorentina (4-0), Chievo (2-0) e Juventus (3-1). Una serie che costò l’esonero al boemo, a secco di vittorie tra le mura amiche nella sua avventura rossoblù.

 

Il Sant’Elia sembrava maledetto, un covo di streghe cacciate da Rastelli ma che ora sembrano essere tornate a fare il nido. In realtà ci sarebbe molto altro per capire il momento di difficoltà che sta attraversando il Cagliari. E la già citata pressione potrebbe essere un buon indizio. Perché nel girone di ritorno al Sant’Elia il Cagliari ha sempre faticato, anche quando ha vinto. Contro la Ternana è servito il guizzo di Di Gennaro, contro l’Entella il rigore di Farias e contro il Pescara l’autogol di Lapadula. Da quella partita il Cagliari ha iniziato a cullarsi e non ingranare più. Vuoi per gli infortuni importanti (soprattutto) a centrocampo, vuoi per la posizione in classifica e altri infiniti fattori. Le sconfitte contro Novara, Perugia e Spezia non hanno compromesso nulla, ma dal punto di vista psicologico è fondamentale ritrovare i tre punti davanti ai propri tifosi. Perché il Sant’Elia deve tornare ad essere nuovamente un valore aggiunto per accompagnare il Cagliari nel ritorno in Serie A.

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