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Giulini: «Cagliari realtà unica. Europa? Vedremo…»

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Cagliari, parla il presidente Giulini: dal momento positivo della squadra agli obiettivi stagionali, passando anche per l’apporto degli innesti estivi

Dopo le prime due giornate di rodaggio, il Cagliari ha cominciato a macinare punti ed a portarsi addosso i riflettori. Il patron rossoblu Tommaso Giulini, intervistato da Sky Sport 24, ha fatto il punto sul momento della squadra: «Siamo una realtà come non ce ne sono altre, rappresentiamo un’intera isola, un popolo, e ne siamo orgogliosi. Abbiamo lavorato cinque stagioni per riavvicinare il popolo sardo a questi colori e credo si sia fatto molto bene, raggiungendo la reale dimensione questo club merita di avere. Se poi riusciremo anche a portare il Cagliari al di fuori dell’Italia sarà grazie all’impegno di tutti: tifosi, giocatori e staff. Il mio obiettivo quando ho iniziato questa nuova avventura era arrivare al Centenario con la possibilità di ottenere qualcosa in più, vedremo nel girone di ritorno se saremo in grado di farlo, di certo vogliamo toglierci definitivamente dalla lotta per evitare la retrocessione».

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NAINGGOLAN – «Questa può essere una stagione spartiacque: abbiamo investito molto, non solo per Nainggolan che comunque ci sta dando una grossa mano d è importante per questo gruppo, che è un gruppo nuovo: c’era bisogno di qualcuno che amasse e conoscesse il Cagliari per creare l’amalgama giusto ed un clima familiare per arrivare ai risultati. Questo insieme a chi c’era già, come Ceppitelli, Pisacane, Joao Pedro».

NANDEZ«Nandez?  Diego Lopez, che è stato il primo a parlare con Nahitan a fine 2018, gli aveva spiegato cosa era il Cagliari e la sua importanza per tanti uruguaiani. Così anche Cossu, che era andato a vederlo in finale di Libertadores. Andrea andò anche il giorno dopo da lui, ma non riuscì a raggiungerlo».

CRAGNO – «E’ arrivato da ragazzino timidissimo ed ora è pronto per diventare uno dei leader della squadra. Senza nulla togliere ad Olsen, che ha fatto benissimo. All’inizio qualcuno non era convinto, io sono sempre stato convinto che era la scelta migliore per sostituire Alessio».

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