Di Canio: «Cagliari, occorre capire chi sente l'amore e il dolore dei tifosi»
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Di Canio: «Cagliari, occorre capire chi sente l’amore e il dolore dei tifosi»

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Paolo Di Canio, ex giocatore e oggi opinionista sportivo, ha parlato della lotta salvezza e del momento vissuto dal Cagliari

Intervistato da L’Unione Sarda, Paolo Di Canio, ex giocatore e oggi opinionista sportivo, ha parlato della lotta salvezza e del momento vissuto dal Cagliari:

«Mi domando se giocatori come Radja e Godin, che non hanno mai giocato per non retrocedere almeno negli ultimi dieci anni, abbiano voglia e capacità di lottare e calarsi nella dimensione. E poi i prestiti: i primi mesi si impegnano, poi istintivamente, non per cattiveria, possono adagiarsi con l’idea che tanto a fine stagione tornano ai loro club di appartenenza. C’è anche un discorso tecnico: manca un vero regista. Semplici ha dovuto adattare Duncan, ma non è un regista, uno con la sua forza esplosiva nelle gambe è un intermedio di centrocampo. È mancato profondamente il pubblico. La Sardegna Arena è un feudo, una bolgetta dove ci si sente a casa, sono convinto che i giocatori riconoscano uno a uno i tifosi. La soluzione? Bisognerebbe entrare nello spogliatoio e capire chi sente l’amore, il dolore del tifoso e della società che si è impegnata a pagare lauti stipendi. I Nainggolan e Godin devono usare la loro testa da campioni per vincere la sfida. Serve chi butti il cuore oltre l’ostacolo».

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