2014

Di Biagio: «Più stranieri? Così regrediamo. Zeman…»

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Il problema sollevato da Antonio Conte circa la scarsa affezione nei confronti della Nazionale può essere risolto con l’unificazione delle Leghe, secondo il commissario tecnico dell’Italia U21: «Dovrebbe essere come in Inghilterra che quando gioca la nazionale si fermano tutti, quasi fino ai pulcini… Da noi accade invece che se convoco un giocatore di B, l’indomani mi chiama il presidente o il direttore sportivo di quella società per chiedere delucidazioni o se fosse proprio necessaria la chiamata. Ma se tutti hanno firmato un contratto, un accordo che prevede tra l’altro soldi e visibilità, cosa vogliono dai ct?», ha dichiarato Luigi Di Biagio ai microfoni del Corriere dello Sport.

Ma l’allenatore degli azzurrini ha commentato anche la novità sugli stranieri, che rappresenta un colpo pesante per i giovani talenti italiani: «Così si regredisce, non si migliora. Per me servirebbe una regola semplice: un numero di italiani minimo da portare in campo, o tra campo e panchina. Cinque? Otto? Un minimo da stabilire come regola per tutte le nostre società. E per quanto riguarda i settori giovanili servono i professionisti».

Il ct azzurro, che è convinto che comunque il serbatoio dei bravi italiani non si stia assottigliando, ha parlato poi del suo gruppo in vista degli Europei: «Siamo diventati un gruppo, abbiamo un’anima e questo è un bene perché so cosa i ragazzi mi possono dare. Ma dobbiamo ancora crescere tanto, a livello di equilibrio e di concretezza in avanti. La sorpresa può arrivare sempre, però oggi stiamo lavorando su 26-27 nomi, non di più. La novità può arrivare da ciò che ci dice il campionato. Con Bernardeschi ho parlato, è sereno e i tempi per il recupero ci dovrebbero essere, aspettiamo marzo e segnali positivi. Cataldi? Spero possa trovare spazio da gennaio in poi, forse dovrebbe andare a giocare in prestito perché la Lazio ha trovato un equilibrio e ora trovare spazio lì non è semplice».

Spazio poi a considerazioni sugli allenatori che hanno inciso nella sua carriera da calciatore e che gli hanno fornito insegnamenti utili per quella da allenatore. Tra questi c’è l’allenatore del Cagliari, Zdenek Zeman: «Con lui ho un rapporto particolare, poi ho avuto la fortuna di lavorare con Mazzone, Lippi, Trapattoni e anche Capello per qualche mese. Se uno è intelligente riesce a rubare il mestiere, per forza. E nel passaggio tra campo e panchina ho sempre detto che i centrocampisti secondo me sono avvantaggiati perché già in campo hanno un’altra testa, un’altra visione». 

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