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Dettori: «Auguro al Cagliari di ritrovare l’animo del lottatore che non si arrende mai. Lo spirito sardo ci deve contraddistinguere»

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Intervistato da La Nuova Sardegna, Beppe Dettori, cantante ed ex Tazenda, ha parlato del Cagliari e della dolorosa retrocessione in Serie B

Intervistato da La Nuova Sardegna, Beppe Dettori, cantante ed ex voce dei Tazenda, ha parlato del Cagliari e della dolorosa retrocessione in Serie B.

CAGLIARI, SQUADRA DEL CUORE – «Colpa, anzi merito di mio padre. Lui era pazzo di Gigi Riva e del Cagliari dello Scudetto. Mi parlava sempre delle meraviglie di questa squadra e a 5/6 anni ho iniziato a tifare per i rossoblù. L’imprinting è decisivo: una volta scelta, la squadra del cuore non si può cambiare mai».

LA DELUSIONE PER LA RETROCESSIONE: «La partita di Venezia è stato l’ultimo capitolo di una stagione terribile. Ho visto in televisione la partita e ho avuto terribili presentimenti per tutti i 90 minuti. Ho visto le inquadrature, i primi piani che rivelavano che negli occhi dei nostri giocatori non c’era la furia, la grinta, il cuore per poter vincere e salvarsi».

COLPE ED ERRORI: «Ci sono stati diversi fattori, a cominciare da alcuni errori del Presidente Giulini e dall’allenatore. Evidentemente Mazzarri non ha saputo entrare in sintonia con i giocatori, non ha saputo creare una famiglia, quello che spesso risulta essere l’arma in più».

FUTURO: «Occorrerà cambiare molto nella rosa e salutare giocatori che hanno dato tanto alla squadra e che non finiremo mai di ringraziare ma che hanno fatto il loro tempo come Pavoletti, Ceppitelli e Joao Pedro. E poi mettere nel gruppo un po’ di giocatori sardi e altri di categoria per preparare il futuro che mi auguro ritorni a tingersi di rosa. C’è qualcosa che occorre inserire nel motore della squadra: la grinta, la voglia di vincere, l’animo del locatore che non si arrende mai: il Cagliari ha un valore per noi sardi che vale al di là della semplice squadra di calcio».

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