Mazzarri: «Smettiamo di avere paura. Creiamo ottimismo e alziamo la testa»
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Mazzarri: «Smettiamo di avere paura. Creiamo ottimismo e alziamo la testa»

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Conferenza stampa Mazzarri: le dichiarazioni alla vigilia di Cagliari-Venezia. Il tecnico rossoblù presenta il match

Walter Mazzarri in conferenza stampa alla vigilia di Cagliari-Venezia. Il tecnico rossoblù presenta il match dell’Unipol Domus che arriva dopo la sconfitta di Napoli.


REPORT INFERMERIA – Dalbert distrazione di primo grado alla coscia, Ceter distrazione di primo grado al polpaccio. Ceppitelli distrazione di primo grado alla coscia sinistra, condizioni da valutare. Il rientro dei primi due è previsto in seguito alla sosta.

QUATTRO GIORNI PER RITROVARE ENERGIE – «Rispetto a quando sono arrivato ho avuto due giorni in più per fare qualcosa sul campo. Credo che i ragazzi abbiano dimostrato in questi allenamenti che vogliono capire subito qualcosa. Non so quanto resterà fino a venerdì, ecco perché i ritiri sono importanti. Hanno messo impegno, attenzione e sono pronti a fare quello che chiedo. Oggi riassumiamo un po’ le idee. Ho diversi dubbi, ho avuto la sensazione di chi sta un po’ meglio e chi no. Domani capirò se ci saranno nuove indicazioni».

VENEZIA: BIVIO? – «Chi mi conosce sa che non mi piace perdere. Già in casa dobbiamo invertire con forza tutte le tendenze. Dobbiamo essere più compatti ed essere una squadra che se ha 50 di benzina ne deve mettere 52 in campo. Sono subentrato ma non a dodici, tredici partite. Abbiamo davanti 31 partite: non sono i quattro punti di distacco che preoccupano, voglio mettere la giusta tensione ai giocatori, non vorrei che si pensasse troppo al risultato. Abbiamo tempo e spero di lavorare bene con quelli che resteranno questi quindici giorni. Nel giusto tempo posso dire che il Cagliari ha già preso una mezza identità del suo allenatore. Dobbiamo guardare i progressi della squadra: è questo che interessa all’allenatore. Bisogna essere lucidi e chiedo di essere compreso: io sono il garante dell’impegno e i ragazzi sono i primi a credere in quello che fanno. Creiamo ottimismo, alziamo la testa».

PAVOLETTI E FARIAS – «Oggi ho parlato proprio con Pavoletti. Un conto è vedere le cose da fuori, un conto è raccogliere dati. Quando sono arrivato Leonardo non era disponibile e sono stato io a spingerlo a lavorare con noi. L’ultimo giorno mi ha detto che sarebbe stato disponibile a entrare. Da lì si è vinto con la Lazio. C’erano giocatori freschi che andavano a mille, con l’Empoli le indicazioni sono andati su quelli che avevano già giocato. Ho preso coscienza con i medici e preparatori di chi sta bene e chi sta male. Chi ha fatto le tre partite, come Dalbert, ha pagato e si è fatto male. Ho dovuto basarmi solo sulle partite: questa è la vera difficoltà di quando non fai le prove in allenamento. Ad oggi Pavoletti ha un minutaggio di 30/40. minuti».

MORALE. RISCHIO DEPRESSIONE? – «I ragazzi devono ripartire con le gambe a mille per poter aggredire il Venezia. Ecco perché benedico i due giorni in più, fondamentali per riacquistare brillantezza, morale e condizione fisica. Se fossimo stati più lucidi con il Napoli avremmo avuto più palle gol».

CAGLIARI DOMATORE O PRIMA DA INVESTIGATORE? – «Se andate a vedere le statistiche dell’ultimo anno che ho allenato, la mia squadra è stata la prima squadra nel recupero della palla nella parte avversaria. Se io ho uomini organizzati nel giusto modo, se li vedo pressare per me quello è bellissimo. odio vedere palleggiare. Vorrei vedere subito aggressività. La squadra avversaria, in casa, non deve superare la metà campo. Anche per me sarà una verifica».

VENEZIA – «Il Venezia ha un tipo di atteggiamento sbarazzino, ha entusiasmo, non ha nulla da perdere e verrà a giocare come l’Empoli. Se riusciremo a fare tutto quello che abbiamo provato, riusciremo a metterli in difficoltà. Le neopromosse sono molto più pericolose di squadre come la Lazio. Oggi bisogna stare bene a livello di atletismo per poi far vedere quei valori in più. Sono fiducioso su questi giorni. Si vedrà qualcosa di meglio ma non voglio fare programmi».

MANCATO RITIRO – «Nessuno mi ha mai parlato di ritiro. Io sono sempre chiuso ad Assemini, non ho ancora preso un caffè a Cagliari. Siamo sempre qui, non hanno bisogno di altri ritiri. Io sto dando loro consigli su come uscire da una crisi in cui si trovano da un anno e mezzo. Via i fantasmi, la squadra deve ripartire a fare un bel calcio non con tensione ma con attenzione».

DATI DAL PRECEDENTE STAFF? – «Non voglio criticare il lavoro di chi c’era prima. Se un ragazzo arriva all’ultimo giorno di mercato e non fa la preparazione, il ritiro fatto dal Cagliari in estate non c’entra niente. Gli infortunati, poi, devono riprendere tutto da capo. Tutte queste situazioni hanno fatto sì che la condizione di tutti i ragazzi non fosse lineare».

FASE DIFENSIVA – «La prima cosa che metto a posto è la fase difensiva. Per fare risultati bisogna pensare a essere solidi, non traballanti. Avendo della qualità davanti poi arrivano gli schemi d’attacco. Quando non si sente paura dell’avversario, il ragazzo gioca subito la palla. Non prendere subito gol è fondamentale, così come recuperare subito palla. Questo dà fiducia alla squadra, a qualsiasi squadra. Per arrivare a questo c’è bisogno di tempo in campo, non di tempo nelle partite»

 

 

 

 

 

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