Cagliari, i fratelli Tramoni rivelano: «La vita della Serie A non è facile»
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Cagliari, i fratelli Tramoni rivelano: «La vita della Serie A non è facile»

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I fratelli Matteo e Lisandru Tramoni hanno raccontato in un’intervista il loro primo anno di esperienza con il Cagliari

I fratelli Matteo e Lisandru Tramoni hanno raccontato in un’intervista rilasciata ai taccuini francesi de Corse Matin il loro primo anno di esperienza con il Cagliari.

CAGLIARI – Matteo: «Non posso dire che sia stato facile, abbiamo dovuto lasciare in nostro club, la nostra città e i nostri amici, ma la prospettiva di cambiare la nostra carriera e affrontare una nuova sfida ha prevalso. La Serie A è senza dubbio il campionato più difficile. Qui non è consentito commettere errori, devi lavorare, che non significa che non abbiamo lavorato all’Ajaccio, ma che siamo entrati in un mondo nuovo. Le tre stagioni passate all’ACA, che resta il mio club del cuore, sono state importanti».
Lisandru: «Se ho fatto la scelta di andare al Cagliari è perché volevo superare un limite. Il fatto di aver giocato poco in Ligue 2 non è un fattore negativo. Il mio obiettivo è quello di raggiungere la prima squadra».

RIVA E ZOLA – Matteo: «Sentiamo il peso del passato del club, non vogliamo deludere i tifosi, anche se a causa della pandemia e degli stadi vuoti, è stato più difficile».

PRIMAVERA – Lisandru: «La Primavera è una categoria intermedia tra la prima squadra e l’under 17. Funziona contemporaneamente come Under 19 e come squadre riserve della prima e un professionista ha la possibilità di “scendere” nell’Under 19. Ci sono ancora poche gare da giocare per poter disputare i play-off ai quali possono accedere le prime otto in classifica. Siamo dodicesimi e speriamo di centrarli».

CALCIO ITALIANO – Matteo: «L’aspetto tattico è l’essenza del calcio italiano. Su quello fisico siamo abbastanza autonomi, arriviamo un’ora prima dell’allenamento e scegliamo cosa fare con i suggerimenti di allenatori e fisioterapisti. Anche se ci troviamo molto bene, siamo comunque lontani da quell’ambiente familiare dell’Ajaccio, ma ne eravamo consapevoli quando siamo arrivati qui. E lo accettiamo. C’è voluto del tempo per adattarci, anche per quel che riguarda la lingua che capiamo, ma con la quale abbiamo ancora delle difficoltà pratiche».
Lisandru  «Pantaloni (ex allenatore all’Ajaccio) mi diceva sempre che se avessi voluto crescere avrei dovuto imparare a difendere. Ora a Cagliari ho capito quanto avesse ragione. Ho imparato molto in questa prima stagione, soprattutto a essere il primo difensore della squadra. Il gioco senza palla è anch’esso molto importante. Ovviamente questo ha ripercussioni sulle mie prestazioni in chiave offensiva».

VITA PRIVATA – Matteo: «Viviamo nello stesso appartamento e ci dividiamo i compiti in casa. È dura perché con la pandemia si può uscire poco. Abbiamo avuto davvero poche occasioni per esplorare la città e la Regione“.
Lisandru:  “L’Ajaccio resterà per sempre dentro di noi, controlliamo sempre i risultati della squadra che ha avuto un’ottima stagione considerata anche la situazione generale».

 

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