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Maran: «Contro la Roma serve una partita perfetta e coraggiosa»

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Rolando Maran parla in conferenza stampa alla vigilia della partita Cagliari-Roma, in programma domani alle 18 alla Sardegna Arena

Reduce dalla vittoria in Coppa Italia di Verona contro il Chievo, il Cagliari si rituffa sul campionato. Domani alle 18 i rossoblù ospitano la Roma di Di Francesco alla Sardegna Arena per uno degli anticipi della 15ª giornata di Serie A. Alla vigilia della partita, l’allenatore dei sardi Rolando Maran ha parlato in conferenza nella sala stampa del centro sportivo di Asseminello alle ore 12.45. Il tecnico ha presentato i temi della gara, tra indizi di formazione e considerazioni sull’avversario.

SETTIMANA CORTA E ASSENZE – «La settimana è stata corta, sono tre gare in sei giorni perché ci hanno dato anche l’anticipo», esordisce Maran in conferenza stampa. «Le assenze? Non pensiamoci troppo, ci piacerebbe avere sempre tutti a disposizione ma concentriamoci su quelli che andranno in campo e daranno il loro contributo come hanno sempre fatto».

VINCERE«Vincere aiuta a vincere, abbiamo passato il turno contro una squadra di A e questo ci fa bene. Vincere meritando, con una prestazione da squadra che risponde bene, conferma la crescita di mentalità che deve essere sempre quella di fare il massimo e divertirsi. Tanti ragazzi che avevano giocato meno hanno dimostrato di aver lavorato sempre bene. Quando un giocatore non gioca per un po’ di tempo ti vengono dubbi sulla sua tenuta, invece chi ha giocato mercoledì ha tenuto bene il campo».

ROMA«Domani troveremo una squadra dal tasso tecnico più alto rispetto all’ultima gara col Frosinone, con giocatori capaci di risolvere una partita in ogni momento. La Roma paga un inizio difficile, ora ha trovato il passo giusto al netto di qualche episodio. Anche contro l’Inter hanno fatto una grande partita. Dobbiamo affrontarli mettendo in campo la partita perfetta. Dovremo immaginare le giocate, capire dove potranno arrivare i rischi e dove poter far male noi. Di Francesco dà una forte impronta alle sue squadre, la vedo anche nella Roma dove magari ha adattato le sue idee ai giocatori a disposizione. La Roma cambia un po’ senza Dzeko. Meno palle alte per forza di cose. La Roma non ha punti deboli, ha punti di forza come le verticalizzazioni e gli uno contro uno. Sia fisicamente che qualitativamente ha un potenziale enorme, non so perché abbia meno punti dello scorso anno».

ARBITRI – «Le polemiche sugli arbitraggi? Come ha detto il presidente in settimana c’erano situazioni da valutare anche per noi, lo abbiamo fatto silenziosamente perché confidiamo che gli arbitri non si facciano condizionare da sfoghi o recriminazioni».

PRECEDENTI«Precedenti con la Roma? Ricordo la prima volta in A, allenavo il Catania e nel finale ci furono mille emozioni. Tendo a ricordare quelle belle. Ricordo Cagliari-Roma dello scorso anno, fu una grande gara ma ogni partita fa storia a sé. Puoi valutare le annate, ma non fare paragoni o collegamenti diretti».

SINGOLI – «Farias? Sarebbe ingiusto dire che ha guadagnato punti segnando. Tutti devono essere messi nelle condizioni di lavorare bene, al di là di un gol. Lui lo vedo crescere, come altri che stanno ritrovando gamba. Sau e Ionita hanno recuperato perfettamente, sono a disposizione. Joao Pedro può fare il trequartista e la seconda punta, sono ruoli che si intersecano perché chiedo alla seconda punta di svariare. Per lui è semplice cambiare veste. Anche quando Castro era a disposizione, il trequartista lo faceva un po’ lui ma anche Ionita, Joao Pedro e Barella. Voglio che tutti sappiano portare le loro caratteristiche in più zone del campo. Srna sulle punizioni? Le calcia bene, ma anche altri. Ha la personalità per presentarsi sul pallone se vuole battere, durante la partita è il campo a parlare. Lui in generale ha fatto una partenza straordinaria, è normale che ora lo conoscano di più e ne limitino la prestazione».

CORAGGIO – «Voglio una partita coraggiosa. Immaginare la mia squadra senza coraggio vuol dire vederla con un problema. Ci vuole quello, ovviamente insieme a logica e attenzione. Non vuol dire che non bisogna difendere, ma che si deve cercare con forza il proprio DNA ed essere artefici della partita».

Dichiarazioni raccolte dal nostro inviato ad Assemini Sergio Cadeddu

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