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Cagliari, presentazione delle proposte di progetto per il nuovo stadio

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Cagliari, oggi la presentazione delle proposte di progetto per il nuovo stadio dei rossoblù. L’evento al Lazzaretto di Sant’Elia con diretta e foto delle proposte

È il giorno in cui si scoprono le tre proposte di progetto per lo stadio che sorgerà al posto del vecchio Sant’Elia e che sarà la futura casa del Cagliari. Mentre i rossoblù giocano alla Sardegna Arena, non si ferma l’iter che porta verso il prossimo impianto: oggi al Lazzaretto di Sant’Elia l’evento nel quale verranno svelate le tre proposte, che da domani saranno poi esposte all’interno dello stadio provvisorio dal 1 al 9 marzo, dalle ore 14 alle 19, con ingresso gratuito. Segui con noi l’evento di oggi a partire dalle 14:30. Di seguito le immagini dei documenti presentati dai tre studi selezionati dal Cagliari Calcio.

GIULINI – È il patron rossoblù Giulini ad aprire la conferenza stampa: «Oggi per noi è un momento importantissimo nel percorso che porta alla nostra creatura. Spero che troverete interessanti i tre progetti: sono molto diversi fra di loro e questo è un particolare che ci piace». Parola poi al vice-presidente della Regione Raffaele Paci: «Porto i saluti del presidente Pigliaru, oggi partecipo a un’occasione molto importante per dimostrare come la giunta regionale supporti pienamente questo progetto così importante per Cagliari ma anche per tutta la Sardegna. Per questo un anno fa abbiamo firmato un protocollo d’intesa che prevede un mutuo da parte regionale per il Cagliari Calcio se questi vincerà l’appalto per l’opera. Questo perché apprezziamo il lavoro svolto dal presidente Giulini e da tutta la società. Quelli di sport e cultura sono attrattori importanti nella crescita di una regione, la presenza di un movimento sportivo importante è un elemento di forte impatto. La Regione c’è e ci sarà sempre nel supportare il Cagliari Calcio in questa iniziativa».

IL SINDACO ZEDDA – «Ringrazio il presidente Giulini per la presentazione di progetti che non sono solo di uno stadio ma di vera riqualificazione di tutta una zona. Il Cagliari è la squadra di una città, di una regione e la squadra di chi porta i quattro mori nel cuore in qualsiasi parte del mondo. Sono incuriosito dai progetti, non volevo rovinarmi la sorpresa e quindi li vedo ora per la prima volta. Cosa vorrei dal progetto? Uno stadio che riconnetta sé stesso al quartiere di Sant’Elia, che guardi il mare e le vie d’acqua; uno stadio che guardi a tanti sport, penso a chi corre ad esempio; lo immagino in una città sempre più all’avanguardia, che attragga investimenti ulteriori. Lì vicino c’è anche il lungomare che si sta completando, si viene a creare un percorso che arriva fino al Lazzaretto in cui ci troviamo oggi. La riqualificazione porta decoro sociale ed economico. Sogno un quartiere di Sant’Elia che rinasce, anche per quanto riguarda le occasioni di lavoro già a partire dalla formazione professionale e nelle attività di costruzione e poi esercizio dello stadio. Chiudo con la metropolitana che sfiorerà lo stadio che spero sarà anche un oggetto architettonico di pregio per la nostra città, e se devo sognare in grande spero un giorno di vedere un secondo scudetto».

UVA – A seguire ha preso parola il vice-presidente UEFA Michele Uva, queste le sue parole: «Non volevo mancare a questo evento, seguo da anni l’impiantistica sportiva. In europa sono state costruite centinaia di stadi negli ultimi anni, solo quattro in Italia. Bisogna investire negli impianti perché convengono economicamente e perché sono frutto del lavoro di squadra. Entusiasmo e passione che ho sentito nelle parole che mi hanno preceduto sono il motore di un progetto come questo. Abbiamo tifosi abituati a stare sotto la pioggia per 90 minuti in nome della passione, ma proprio quella deve essere la spinta per farli stare meglio. Ogni posto nello stadio inoltre produce posti di lavoro. Lo stadio nuovo è una spinta civile per i tifosi, un abbellimento e un’opportunità economica. Nessun altro investimento è produttivo come la costruzione di un impianto sportivo, l’investimento è sul futuro del club e della città. Qualsiasi cosa che FIGC e UEFA potranno fare per aiutare a creare lo stadio più bello d’Italia lo faranno. La strada è giusta e io ne sono entusiasta, pensando a manifestazioni future come gli Europei, che vorremmo nel 2028 prenderemo in considerazione gli stadi più belli e nuovi e questo sarà nel novero».

ABODI – Al vice-presidente UEFA hanno fatto seguito le parole di Andrea Abodi, in videomessaggio: «Giornata importante per Cagliari e per i suoi tifosi di tutto il mondo. Avrei voluto essere lì per questa tappa importante per la Sardegna e per il calcio italiano. Ho visto concepire l’idea di questo progetto dal presidente Giulini in un momento sportivamente difficile per lui e lì ho scoperto una persona e un club con le idee chiare. Il Cagliari deve essere un esempio per tanti con questo affascinante progetto».
SIGNORELLI – Parola poi al Consigliere dell’Amministrazione delegato alle infrastruttu del Cagliari Calcio: «Prima di parlare dei progetti ripercorro la strada che ci ha portato qui. Ho conosciuto il presidente nel 2013 e siamo partiti dal riconquistare 5000 posti in tempi brevi. Prima abbiamo riqualificato il Sant’Elia portandolo a 16mila posti, poi abbiamo deciso di usare la legge 147/2013 e insieme a B Futura abbiamo redatto e presentato un progetto. Ottenuto il pubblico interesse dovevamo trovare una casa provvisoria: attesa la variante urbanistica, abbiamo redatto il progetto della Sardegna Arena confrontandoci continuamente con le istituzioni e facendolo in tempi record. Stadio costruito in 127 giorni, avrebbe tutti i requisiti per la Serie A ma ci siamo messi subito al lavoro per continuare il percorso verso lo stadio nuovo. Non ci sono impianti da Serie A in Sardegna, questo sarà il numero uno e ci riempie di responsabilità. Abbiamo vagliati tanti studi di progettazione, infine ne abbiamo scelti tre su venticinque. Per la decisione finale coinvolgiamo il pubblico e le amministrazioni, parliamo di una zona splendida della città e il progetto deve essere importante. Ognuno dei tre studi ha particolari di eccellenza, dopo oggi tutti potranno visionarli alla Sardegna Arena per una settimana e si potrà votare. Queste informazioni ed altre concorreranno alla decisione finale, che terrà conto di tante caratteristiche anche architettoniche, di sicurezza, predisposizione per una implementazione da 24 a 30mila visto che rispettando tutti i tempi potremmo farci trovare pronti per l’Europeo di cui parlava il vicepresidente Uva. Ai primi di aprile stabiliremo quale dei tre studi proseguirà il percorso con noi: rispetto ai concept di oggi, si partirà verso un progetto definitivo. Faremo tutto insieme alle amministrazioni in modo da poter presentare uno stadio che rispetti tutti i requisiti. Realisticamente passeranno nove mesi dalla presentazione del progetto, poi due anni per la costruzione. Puntiamo a giugno 2021 per la consegna dell’impianto definitivo».
TRACTEBEL-ENGIE – «Oggi è un giorno importante per svelare questi progetti, voglio ringraziare Giulini, Filucchi, Passetti e Signorelli, che hanno posto fiducia in noi fdandoci la possibilità di realizzare questo progetto. Un progetto per noi molto importante, è stato un lavoro molto impegnativo. Tractabel è presente in 33 paesi nel mono,in Italia c’è da oltre 20 anni con sedi principali a Roma e Milano. Tra i progetti sviluppati dall’architetto Zavanella ci sono la ristrutturazione del Dall’Ara di Bologna, il centro sportivo della Juventus e l’Allianz Stadium, che è un’eccellenza in Europa. IL gruppo ha lavorato tanto al progetto di uno stadio che sia perfettamente integrato nel contesto e chiaramente funzionale, lo stadio dovrà essere anche innovativo in modo che tra vent’anni risulti moderno e soprattutto un elemento di condivisione durante l’arco di tutta la settimana». Parola a Gino Zavanella, architetto della Tractebel-Engie: «Abbiamo voluto progettare uno stadio per cagliari e la Sardegna.m Uno stadio unico, studiato in ogni suo aspetto architettonico, tecnico-strutturale ed ambientalistico. l fruitore dovrà avere il massimo comfort. Lo stadio deve essere un punto di riferimento. Sarà un faro tecnologico di aggregazione per la città ed il quartiere. Sono tre gli elementi che hanno dato vita al progetto. Il primo è l’acqua, il secondo il mare ed il terzo il vento, che ha modellato il nostro progetto dando dinamismo e slancio all’impianto. La parte dello stadio rivolta al mare sarà aperta, quella opposta chiusa a simboleggiare una corazza impossibile da espugnare. All’interno dell’impianto ci saranno bar, museo, fan shops ed il museo. Ma anche altre attività fruibili nel resto della settimana. Lo stadio ha una forma simmetrica che si slancia verso il mare, la tribuna ovest è più alta della est. Ampie vetrate si aprono sul campo, oltre che negli spazi vip, anche nei corner. Tutti i settori sono accessibili ai portatori di handicap. Inoltre sarà possibile eventualmente realizzare 6 file extra nelle curve, si potrà espandere la capienza dello stadio. Tutti i settori hanno una visibilità ottimale, le tribune distano 7.50 metri dal campo. Lo stadio si sviluppa su 5 livelli. Di fianco al museo del Cagliari Calcio è stato collocato il bar dello sport, dove il tifoso potrà seguir la squadra anche quando è in trasferta. Al quinto livello dello stadio ci sarà un ristorante sky lunch con una grande vista. La nuova casa del Cagliari sarà il faro della città, generato dal mare e modellato dal vento».

J+S CON ONE WORKS – «Lo stadio deve essere iconografico. Lo stadio è un oggetto speciale, all’interno di una città e di un luogo che sta subendo una grande trasformazione. Nel nostro gruppo abbiamo tenuto conto di questo aspetto. Riteniamo che l’aspetto iconografico sia uno di quelli più importanti. Vedete l’Allianz Arena di Monaco, ci deve essere una relazione tra l’impianto e la sua posizione geografica, in questo caso con il mare. Sarà importante costruire la città intorno allo stadio, mettendo anche altre funzioni intorno all’impianto portandolo all’interno della vita quotidiana dei cittadini. Dimensione e geometria dello stadio sono dati fondamentali saranno la casa di tutte le diverse attività interne allo stadio. Sarà inoltre estendibile da 24000 a 30000 posti con un breve gestoIl nuovo Sant’Elia è uno stadio che guarda al futuro partendo dalla sua storia: abbiamo quattro elementi, che guarda caso vanno a concentrarsi sull’elemento simbolo della Sardegna, i quattro mori. La benda è un elemento vibrante, che avvolge e tiene insieme il catino dello stadio. Coinvolge e porta avanti la metamorfosi urbana. Il nostro progetto dialoga con il territorio. Ottimizzeremo l’impatto ambientale e se nel match day sarà rossoblù, durante gli altri giorni avrà un impatto visivo molto più soft. Il podium, di solito aperto solo nel match day, sarà una piazza. Destinazione dei cittadini. La sezione dello stadio è semplice: la benda in tre strati avvolge il catino e lo protegge, la copertura si insedia sulle strutture principali in cemento armato. Il podium si lega al territorio e dà continuità ai quattro lati dell’impianto. È una struttura leggere, trasparente, vivace ed eclettica. Inoltre guarda al pragmatismo ed è fatta di materiali duraturi negli anni. Noi vogliamo tornare nel territorio tra anni e anni ed avere la stessa immagine dell’inaugurazione. Sulla terrazza ci sarà un ristorante rivolto sia al campo che all’esterno. Lo stadio sarà funzionale ed autonomo. Nello stadio non ci saranno scale, ma solo rampe. Sotto quella principale c’è il museo del Cagliari Calcio. All’interno dello stadio ci sono 8 suite, che danno una nuova esperienza».

IL VIDEO-SALUTO DI ZOLA – «Questa è una giornata speciale per il Cagliari. Il club sta seguendo una strada coraggiosa: avere uno stadio di proprietà è oggi uno passaggio imprescindibile. Ritengo che questo sia uno step intelligente. Il mio augurio è che con lo stadio nuovo il Cagliari diventi una delle società leader del calcio italiano».

SPORTIUM – La palla passa ora allo studio milanese Sportium. Parola a Fabio Bandirali: «Sportium riunisce i quattro partner che hanno curato e sviluppato questo progetto». Giovanni Giacobone, architetto di Sportium: «Sono contento di aver dato il mio contributo a questo importante progetto per lo stadio del Cagliari». Interviene poi Massimo Roj: «Siamo partiti dal mare, lo stadio guarda si affaccia sul mare, sulla città storica e sulla macchia mediterranea. Abbiamo lavorato sul miglioramento delle connessioni col contesto circostante: le passerelle verso la parte nord e la zona sportiva, la creazione di una nuova passerella a ovest per creare un collegamento col lungomare. A est troviamo il parcheggio più ampio. Lo stadio ricorda la prua di una nave. Vogliamo creare non solo uno stadio attraente per i tifosi, ma anche uno spazio che possa vivere tutto l’anno. Lo stadio deve diventare parte integrante della città: ci piacerebbe creare una struttura bella e fruibile. La facciata della struttura ricorda i colori tipici della pietra di Cagliari. Si tratta di un materiale auto-lavante che dura nel tempo. Per le tribune abbiamo cercato di riprodurre un effetto-muro per rendere lo stadio ancora più caloroso. Per i tifosi avversari abbiamo studiato un accesso sicuro con un parcheggio riservato ai bus ospiti. Lo stadio avrà tornelli particolari, che in settimana diventeranno arredo urbano. In caso di ampliamento da 24mila a 30mila posti abbiamo studiato la possibilità di sollevare la copertura dello stadio di 4 metri». Ancora Bandirali: «Il nostro team ha dato grande importanza alla componente acustica per amplificare il tifo cagliaritano». Sportium ha pensato anche a un hotel. «Si tratta di un hotel con piscina posizionata sul tetto dello stadio. Almeno 4 camere – spiega Roj – avranno la vista sul terreno di gioco».

LE RISPOSTE DEI TRE PROGETTI – «Abbiamo modellato la forma e le aspettative del progetto in base al budget, che noi abbiamo preso in considerazione e rispettato», il commento di Tractebel-Engie. «Anche il nostro progetto rispetta il budget», assicura J+S con One Works. Cosi come Sportium: «Abbiamo collaborato con una società che studia i costi. Abbiamo rispettato il budget chiestoci dalla società. Siamo allineati in questo senso».

Tractebel-Engie: «All’interno del nostro progetto sono presenti tante attività che rendono vivo lo stadio tutto l’anno, anche nei giorni in cui non si gioca». J+S con One Works: «I costi di manutenzione e gestione sono enormi. Il sistema è legato dal podio, ma ogni area ha un accesso funzionale». Sportium: «Abbiamo cercato di aggiungere al progetto qualcosa di nostro: lo dimostra la rampa col museo all’aperto. Il progetto ha in sé una flessibilità data dalla creazione della piazza che diventa un podio nella parte posteriore».

Tractebel-Engie: «La stampa ha uno spazio dedicato fin dall’ingresso allo stadio. La tribuna stampa è posizionata nella parte superiore della tribuna. Potranno accedere alla sala stampa anche i diversamente abili. I giornalisti potranno usufruire di servizi igienici e bar». J+S con One Works: «Il nostro è un sistema aperto e flessibile. C’è la possibilità di ampliare le singole aree». Sportium: «Anche il nostro progetto ottempera le richieste della categoria 4 dell’Uefa».

Tractebel-Engie: «Siamo partiti dal collegamento tra stadio e quartiere. Abbiamo studiato un collegamento pedonale dal lato sud e implementato i percorsi dal quartiere al podio. Ci saranno anche percorsi ciclabili connessi alle vie ciclabili della città di Cagliari». J+S con One Works: «Dobbiamo essere realisti. Per questo abbiamo cercato di aggiungere attrattive e attività per collegare lo stadio al quartiere Sant’Elia e alla città di Cagliari. Sul lato sud abbiamo pensato a servizi di pronto soccorso per i cittadini, ma anche attività rivolte ai giovani». Sportium: «Vogliamo implementare le piste ciclo-pedonali e pensiamo anche a due fermate della metropolitana leggera».

Chiude la conferenza il patron del Cagliari Tommaso Giulini: «Siamo partiti da un progetto di stadio da 21mila posti. Abbiamo deciso di fare uno impianto più grande perché i tifosi quest’anno hanno dato una grande risposta. I costi? Cercheremo di trovare delle soluzioni. Una di queste potrebbe essere una sorta di azionariato popolare. Ho visto tre progetti molto diversi tra loro, ho l’imbarazzo della scelta. La nostra sarà una scelta analitica, valuteremo tutti i parametri».

Dichiarazioni raccolte dal nostro inviato Sergio Cadeddu

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