Editoriale

Cagliari malato di schizofrenia, la Salernitana per la resa dei conti

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Un’altra giornata di passione per il Cagliari con il Presidente Giulini che ha deciso di mettere alla porta Walter Mazzarri 

Che Cagliari sia il luogo più complicato nel quale esercitare la professione di allenatore non è onestamente più di tanto una rivelazione. Anche la breve era di Walter Mazzarri è giunta a conclusione nel peggiore dei modi, ovvero con un esonero sorprendente a 270 minuti dalla fine della Serie A.

Ed è questo aspetto che anzitutto preoccupa i tifosi rossoblù, forse anche più di una squadra che tra marzo e aprile ha infilato sette sconfitte e goduto di una sola gioia contro il Sassuolo. Con sole tre gare in calendario, la promozione di Agostini dalla Primavera un jolly al gusto disperazione, non certo in rima con programmazione.

Ma insomma il Presidente Giulini ha ormai sulla sua carta d’identità ben stampata la professione di “mangiallenatori”. Il terzo di questo campionato, ben sei nelle ultime tre stagioni, in totale  undici da quando nel 2014 ha rilevato il club sardo. Al limite della schizofrenia.

E spesso con scelte e contratti alquanto discutibili. Come dimenticare il folle rinnovo a Di Francesco in pieno stato di crisi, salvo poi cacciarlo poche settimane più tardi? Per non parlare della famigerata clausola nell’accordo con Mazzari che prevedrebbe il rinnovo automatico fino al 2024 in caso di esonero con il Cagliari posizionato fuori dalle ultime tre posizioni.

Circostanza puntualmente verificata dai fatti, perché malgrado tutto il Casteddu a oggi sarebbe ancora salvo. Ma alle sue spalle incombe sempre più minacciosa la Salernitana di Davide Nicola, capace di incassare un punto prezioso anche a Bergamo. E domenica ci sarà la resa dei conti all’Arechi. Forse quella definitiva.

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