Bianco: «Vi racconto l'esperienza al Cagliari e la guerra in Ucraina» - Cagliari News 24
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Bianco: «Vi racconto l’esperienza al Cagliari e la guerra in Ucraina»

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L’ex difensore del Cagliari Paolo Bianco si racconta ai microfoni di
Radiolina dopo essere scappato dalla guerra in Ucraina

Riuscito a fuggire dalla guerra in Ucraina dove lavorava nello staff di Roberto De Zerbi allo Shakhtar Donetsk, l’ex difensore del Cagliari Paolo Bianco parla ai microfoni di Radiolina. Cagliarinews24 vi riporta in tempo reale le sue parole.

LE PAROLE DI PAOLO BIANCO

L’ACQUISTO – «Ho firmato con il Cagliari il 26 agosto in Hotel di un’autostrada. Al netto di qualche infortunio io ho fatto il titolare, non a Cagliari ma ovunque».

LOPEZ – «Quando vidi Diego in allenamento non gli davo grande valore, lui era un calciatore della domenica che quando serviva era sempre presente».

ASTORI – «Canini era già a Cagliari, Davide è arrivato l’anno dopo. Si vedeva che avevano qualità, Astori mi ha impressionato in un pre campionato. Chiami Leo Colucci e gli chiesi di Davide perché mi aveva impressionato. Poi purtroppo è finita male».

I GIOVANI – «Carboni l’ho visto da vicino e si vede che è uno di prospettiva e qualità. Lovato l’ho conosciuto vedendo le partite della zona del Veneto. A fine partita ho segnalato Lovato ad un mio amico che faceva il direttore sportivo. È un difensore moderno, sa difendere e ha personalità».

GOLDANIGA – «Goldaniga non l’ho mai allenato perché era già andato via dal Sassuolo. Mi dicono sia una persona eccezionale».

LA GUERRA – «È stato un momenti difficile nessuno era preparato in Ucraina. A noi ci dicevano che fosse impossibile che la Russia invadesse. Purtroppo si sono sbagliati, noi ci siamo svegliati con le bombe. Sono state 5 bombe in 15 minuti, sono scappato in macchina. Non sapevi cosa poteva succedere. Noi siamo stati fortunati perché la nostra società ci ha dato le condizioni per lasciare Kiev in sicurezza. Anche se quei 4 giorni sono stati ricchi di preoccupazioni, per noi ma soprattutto per la nostra famiglia. La notte arrivavano giornalisti che ci dicevano di stare tranquilli e di non sfidare i russi se fossero arrivati. Per fortuna non sono arrivati in città e ancora non arrivano. Abbiamo un sacco di amici che stanno scappando».

I RAPPORTI – «Noi siamo liberi di andare dove vogliamo, la FIFA ci libera. Ma ora è impossibile pensare di andare a lavorare sapendo che i nostri calciatori e amici sono sotto le bombe. E poi ho appena terminato l’esperienza come collaboratore, lo dico in via ufficiale».

CHI È RIMASTO – «Noi sentiamo i calciatori, qualcuno purtroppo si è arruolato. Mi mandano le foto per tranquillizzarmi, dicendo che vinceranno la guerra. Quando sento qualche rumore in strada mi smuove qualcosa dentro, quando abbiamo lasciato l’hotel verso l’aeroporto ho provato un senso di libertà mai provato in vita mia».

LA SCELTA – «Roberto ha iniziato a chiamarmi per chiedermi di collaborare con lui, inizialmente ho detto più volte di no e mi chiamò pure l’Olbia. Ma ero molto titubante, quest’anno ho fatto due colloqui con due squadre di serie B tra cui il Chievo. Ma sono felice di essere andato, sono un popolo eccezionale».

I PROGETTI – «Al momento non ci sono squadre che programmano in anticipo, ora sono tutte in corsa quindi io sono in piazza».

IL MILAN – «Io penso che Mazzarri abbia dato un’identità forte al Cagliari. In questo momento sarebbe salvo, la partita con il Milan è difficile ma va giocata. Il Cagliari da un po’ di tempo se le gioca alla grande».

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