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Avramov: «Bello rivedere Nainggolan al Cagliari, un giorno anch’io…» – ESCLUSIVA

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A tu per tu con Vlada Avramov, ex portiere del Cagliari che ci racconta i suoi progetti e dice la sua su vari aspetti della stagione dei rossoblù

Nell’arco dei tre anni passati a Cagliari, Vlada Avramov ha vestito la maglia del secondo portiere salvo poi conquistarsi il campo a suon di parate e continuità di rendimento. Oggi l’ex rossoblù è allenatore dei portieri dell’Honved di Budapest, ma continua a guardare verso la Sardegna. Lo abbiamo raggiunto in esclusiva mentre anche lui vive a casa il periodo di quarantena per parlare delle vicende cagliaritane e delle sue ambizioni.

A Cagliari arrivasti da secondo e poi ti prendesti la maglia da titolare: che idea ti sei fatto sul dualismo Cragno-Olsen?
«Mi è capitata una situazione simile qui all’Honved, il portiere titolare si è fatto male in Europa League e per lungo tempo ha giocato il secondo, che ha fatto molto bene. Quando il primo ha recuperato dall’infortunio, dopo sette mesi, ha dovuto aspettare, perché non ho voluto rimandare subito in panchina un giocatore che si era conquistato la porta. Al Cagliari hanno scelto di far rientrare subito Cragno anche per una questione di cartellino: sia lui che Olsen sono ottimi giocatori, lo svedese forse poteva giocare qualche altra partita prima di cedere i pali».

Quindi concorrenza, ma fino a un certo punto
«Le gerarchie fra i portieri devono essere chiare dall’inizio, altrimenti si possono creare problemi. Un po’ di concorrenza non fa male, ma non esasperata. Io ho fatto più panchine che presenze in Serie A, ma ho sempre spinto il primo portiere: lo tenevo sulla corda ma al tempo stesso esultavo quando faceva bene. Sarà un caso, ma dalla panchina ho visto andare in Nazionale Frey, Agazzi e Sportiello. Il secondo deve essere sempre pronto a giocare ma soprattutto deve fare gruppo».

Si può dire che studiassi già da allenatore dei portieri, no?
«È vero, mi è sempre piaciuto osservare il lavoro dei preparatori e ho avuto la fortuna di essere allenato da assi come Di Palma, De Toffol e Facciolo. Già da giocatore prendevo appunti sul loro modo di lavorare, devo dire che fare l’allenatore mi piace anche più che parare. Mi appassiona creare un gruppo di portieri che facciano bene, sfrutto le cose che ho appreso da giocatore e – perché no – anche gli errori che mi hanno fatto crescere».

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Hai seguito la stagione del Cagliari?
«La squadra quest’anno ha fatto benissimo fino a un certo punto, poi non so cosa sia successo. Di certo è bellissimo rivedere Nainggolan con la maglia rossoblù, so quanto ci tenesse. Siamo amici, sono andato a trovarlo tante volte sia a Roma che a Milano e parlavamo continuamente di Cagliari».

Un giorno anche Avramov riprenderà la rotta verso la Sardegna?
«A 40 anni sono giovane come allenatore dei portieri: dopo aver fatto il vice allenatore di Di Palma all’Al Nasr ho fatto il master a Coverciano, ora sono all’Honved. Sto facendo esperienza, il sogno è quello di tornare al Cagliari ma voglio farlo quando sarò pronto. Adoro quello che faccio e questa è la mia vera carriera: sarò più bravo come allenatore che come portiere».

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