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Simeone, asso nella manica: il Cagliari rimpiange il Cholito?

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Giovanni Simeone sta mostrando tutte le sue qualità con il Verona: potrebbe rappresentare una risorsa importante anche per il Cagliari?

«Sono in un momento in cui sto bene. Ho lavorato tanto, sono contento perché ho trovato equilibrio. Tutto mi sta portando bene, ho intorno compagni che danno tutto e questo lo apprezzo tantissimo. Mi dà energia e fiducia. Papà all’Inter ha fatto la sua storia, io faccio il mio. Ogni giorno e ogni anno maturo sempre di più, sto bene e devo continuare così. L’Europa? L’obiettivo è sempre lo stesso: la salvezza. Lo manteniamo, poi vedremo partita dopo partita». Queste sono state le parole di Giovanni Simeone al termine della partita di sabato sera contro la Juventus. La sua doppietta, decisiva, ha portato ancora una volta alla vittoria il Verona.

ESPLOSIONE – Ricapitoliamo dunque. É da domenica scorsa che Il Cholito sta vivendo il suo momento di gloria: prima grazie al poker rifilato alla Lazio di Sarri, poi con altre due reti che hanno steso la Vecchia Signora. Sono sei, dunque, i gol dell’attaccante in solamente due partite: una ventata di aria fresca e positività per i veneti, dovuta anche (e fortunatamente) all’immediato cambio di rotta con Igor Tudor in panchina, che ha saputo valorizzare le doti del ragazzo.

CAGLIARI –  Dunque, cosa non è effettivamente andato con il Cagliari? Ripercorriamo la sua storia sull’isola. É arrivato in Sardegna nell’agosto del 2019 dalla Fiorentina e il suo esordio è datato 1° settembre dello stesso anno contro l’Inter. La prima rete, quella decisiva contro il Parma, è arrivata il 15 settembre. Uno dei gol più belli – se non il più bello – è stato quello firmato contro il Genoa con un pallonetto degno di nota. Contro il Torino invece, lo scorso 20 ottobre, arriva la sua prima doppietta. É con il Verona, però, che il giocatore appare toalemente rinato: 11 centri in solamente 8 partite, proprio quello di cui avrebbe bisogno in questo momento la squadra di mister Mazzarri per non sprofondare nel baratro. Colpa della società o degli allenatori non così stimolanti?

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