Editoriale

Serie A da trazione anteriore: difendersi non basta più, lo dicono i numeri

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Anche questa prima parte di Serie A ha confermato la tendenza sempre più spiccata del nostro calcio: si vince attaccando e non difendendo

C’era una volta una Serie A nella quale avere il miglior assetto possibile in fase difensiva era determinante per il raggiungimento degli obiettivi. La regola del “primo non prenderle” per decenni ha accompagnato il calcio italiano nel suo percorso, corroborato anche dai tanti trofei internazionali a livello di club e non solo.

Il “fine che giustifica i mezzi” in crisi di risultati, una cultura che pareva inattaccabile alle nostre latitudini e che ora invece si interroga sulla propria identità. Da Allegri a Mourinho, passando per Mazzarri, i profeti del calcio difesa e contropiede faticano a riassaporare antiche sensazioni.

Insomma, l’evidenza di un cambiamento epocale sempre più netta anche grazie alla classifica e alle statistiche del girone d’andata.

A partire dalla rincorsa verso lo Scudetto, un tempo binomio fisso con la miglior difesa in assoluto. Chiaro che l’Inter abbia anche nella cerniera Skriniar-De Vrij-Bastoni un eccellente punto di forza, ma è altrettanto vero che stia saltando all’occhio più la potenza di fuoco da centrocampo in su.

E sta qui la vera differenza: i 7 punti di vantaggio sul Napoli (un gol subito in meno rispetto ai nerazzurri) così come i 12 sulla Juventus (appena due reti in più al passivo rispetto a Handanovic) sono frutto del gioco iperoffensivo e sbarazzino.

Così come lo sono i 10 punti in più del Milan sulla Roma, a sbugiardare il gol in meno incassato dai giallorossi. E che dire del Torino allora? Ben 15 reti subite in meno rispetto a Lazio ed Empoli eppure Juric è costretto a inseguire.

Proprio i toscani di Andreazzoli sono esempio lampante del nuovo trend del calcio italiano. Difesa battuta in egual misura rispetto al Venezia e di poco migliore rispetto alle altre pericolanti della Serie A, ma classifica estremamente più confortante.

Motivo per cui pare evidente come pure la lotta salvezza potrebbe essere decisa più dagli attacchi che dalle difese. Le ultime cinque in graduatoria sono al contempo esattamente le peggiori formazioni in fase realizzativa: no, non può essere un caso.

 

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