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Scroccu: «Il legame tra Riva e la Sardegna è stato più forte delle lusinghe del Nord. Gli sarà intitolato l’anno accademico»

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Gianluca Scroccu, storico e professore dell’Università di Cagliari, è intervenuto ai nostri microfoni. Le sue dichiarazioni

Gianluca Scroccu, storico e professore di Storia Contemporanea dell’Università degli studi di Cagliari, nonché grandissimo tifoso del Cagliari, è intervenuto ai microfoni di CagliariNews24 per parlare dell’evento, avente luogo venerdì 12 aprile, che intitolerà l’anno accademico universitario 23/24 alla Leggenda rossoblù Gigi Riva. Le sue dichiarazioni:

Professor Scroccu, come è nata l’idea di intitolare l’anno accademico al grande Gigi Riva?
«E’ stata una decisione fortemente voluta dal Magnifico Rettore dell’Università di Cagliari Francesco Mola. Dopo la scomparsa di Riva, visto l’enorme affetto che i cagliaritani e tutta la Sardegna hanno rivolto al Mito, ha voluto che l’Anno Accademico venisse intitolato a lui. L’Università di Cagliari incarna a pieno quelli che sono stati i grandissimi valori umani di Riva, e questo è il giusto riconoscimento alla sua leggenda. Mi sento fortemente onorato di poter intervenire in occasione del 403° anniversario dell’inaugurazione dell’anno accademico del nostro ateneo»

Qual’è stato il fortissimo rapporto che ha legato Gigi Riva e il popolo sardo?
«Un incontro, quello fra Riva e i sardi, che produce rispetto e un legame che presto diventa vincolo identitario, più forte delle lusinghe che provengono dalle grandi squadre del nord, ad iniziare dalle faraoniche offerte che arrivano dalla Juventus dell’avvocato
Agnelli. Ma Riva, nel costruire la sua corazza identitaria, di fronte alle allettanti richieste di trasferimento, ripete la stessa risposta del protagonista del romanzo di Hermann Melville, Bartleby lo scrivano: “Preferirei di no”. Da tutto questo derivò la decisione di rimanere in Sardegna, come segno di riconoscenza per una terra che l’aveva accolto ma soprattutto l’aveva rispettato per chi era, a prescindere dai successi con la maglia rossoblù. Il carisma identitario si costruì su queste basi di rispetto e di osmosi fra caratteri»

Lei è un grande esperto di religione civile, ci può parlare di Gigi Riva in quest’ottica?
«Il tema della religione civile è emerso in occasione della sua morte lo scorso gennaio. I funerali di Riva hanno dimostrato la forza del richiamo identitario della sua figura e di quella dei suoi compagni che riuscirono nell’impresa del 1970; il legame comunitario di un’intera isola e di una nazione attorno al corpo di un campione sportivo. Non solo: la bara scortata portata a braccio dai suoi compagni di squadra, da alcuni dei ragazzi del 2006 e da Gianfranco Zola, sembrava volersi unire in un abbraccio simbolico con il bellissimo tramonto delle acque di fronte a Bonaria. Con il richiamo simbolico a quello che lo storico francese Pierre Nora ha chiamato i “luoghi della memoria”, ovvero il teatro in cui si sono svolte le imprese di Riva, a partire da quello stadio Amsicora che è diventato monumento e custode di una storia impressa nella memoria perché periodizzante e momento spartiacque per i tifosi ma non solo, perché tutti gli abitanti di questa regione quel 12 aprile si sentirono, e si sentono ancora riconoscenti, come hanno dimostrato i funerali di Riva, verso un’impresa che fu sportiva come politica, sociale, antropologica. E la processione di tante persone alla camera ardente alla Unipol Domus e nella basilica e al cimitero di Bonaria cos’è stata se non una spontanea quanto deferente e riconoscente monumentalizzazione di un campione sportivo, un’onoranza funebre degna di quei riti della religione civile che si riservano a capi di stato e di governo»

SI RINGRAZIA DI CUORE IL PROFESSOR GIANLUCA SCROCCU PER L’IMPEGNO E LA DISPONIBILITA’

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