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Piantedosi: «Gigi Riva è stato il mio romanzo di formazione»

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Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, ha rilasciato una lunga intervista nella quale ha parlato della leggenda del Cagliari Gigi Riva

Quest’oggi il quotidiano L’Unione Sarda ha rilasciato l’intervista realizzata a Matteo Piantedosi. Il ministro dell’Interno ha parlato della sua ammirazione di lunga data per la leggenda del Cagliari Gigi Riva. Le sue parole:

GIGI RIVA – «In queste ore ho vissuto una grandissima emozione per la morte di Gigi Riva. Una emozione doppia: se ha tempo le spiego perché. Funerali? No, perché il ministro dell’Interno ha una agenda complicata. Il preavviso della cerimonia funebre è stato così breve che mi era impossibile volare a Cagliari giovedì scorso. Ma mi creda: ho seguito tutto, mi sono commosso a distanza per l’intervento bellissimo di Nicola Riva, per le tante testimonianze – note e non – che anche in queste ore continuano ad arrivare. Mi colpisce (n.d.r.) la potenza del messaggio pubblico che Riva lascia a questo paese, la forza di un esempio che arriva a tutti gli italiani. Un patrimonio che non bisogna disperdere».

TIFO PER IL CAGLIARI – «Mio padre era uno Juventino, alcuni zii erano del Napoli, il nostro amato Avellino era allora nei gironi danteschi delle serie inferiori. Il mio legame con il Cagliari era nato su due sillabe: “Gigi”. Primo ricordo calcistico? Al campionato 1968-1969. Ero piccolissimo, ma quello era un Cagliari fantastico, la squadra di Riva e Boninsegna. Ero piccolissimo – cinque anni – ma già mi tenevo informato sul calendario e sulle partite. Festeggiai il titolo di campioni d’inverno, poi purtroppo lo scudetto lo vinse la Fiorentina. Gigi? Un concentrato di messaggi che mi emozionavano. Gli stessi che arrivavano a tanti bambini come me in tutta Italia».

CAMPIONATO 1969-70 – «Avevo già trasfigurato Riva in un eroe. La scoperta del grande talento in campo, per me era il tocco di Dio un dono del signore. Nella primavera del 1970 – il mio compleanno è in aprile – il poema epico divenne definitivamente mito. Il primo scudetto mai vinto a sud di Roma. Quell’anno si realizzò un sogno, non solo dei calciatori. I resocontisti del Cagliari erano Sandro Ciotti ed Enrico Ameri. Diventarono le colonne di Novantesimo minuto, l’appuntamento che aspettavo con ansia in radio».

RICORDO – «Italia-Germania est a Napoli. 22 gennaio 1969, Riva segnó in tuffo, volando in posa acrobatica. La più bella, per me, delle sue reti azzurre. Ne parlammo per giorni. Con suo padre? Mi assecondava moltissimo era una nostra complicità: credo capisse che quello era il mio romanzo di formazione. Che Riva incarnava e comunicava valori: lealtà, rigore, coraggio. Ed è così anche oggi. Incarnava anche fisicamente questa immagine idealizzata. Alto, taciturno, anche bello. E non era finita».

RAZZISMO – «Vorrei (n.d.r.) che il mondo del calcio prendesse le distanze dagli episodi di razzismo e intolleranza».

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