Nandez: «Mi sento mezzo sardo, Cagliari a vita? Chi può dirlo. Sarebbe dura andar via» - Cagliari News 24
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Nandez: «Mi sento mezzo sardo, Cagliari a vita? Chi può dirlo. Sarebbe dura andar via»

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Le dichiarazioni del centrocampista uruguaiano del Cagliari Nahitan Nandez: ecco le parole del rossoblù

Importante e imprescindibile. Non si può definire in altro modo Nahitan Nandez. Il giocatore del Cagliari si prepara assieme al resto del gruppo rossoblù per la prossima partita di Serie B. Claudio Ranieri e i suoi giocatori volano in Toscana per affrontare il Pisa di Luca D’Angelo. Ha parlato presso i microfoni del Corriere dello Sport il centrocampista uruguaiano. Sono tanti i temi toccati: dal presente al futuro, dal Cagliari alla Nazionale, da Ranieri alla Serie B. Ecco uno stralcio delle dichiarazioni di Nandez.

AGOSTO 2019 – «Il mio arrivo? Sono stato accolto con grandissimo entusiasmo. Avevo preso un po’ di informazioni con i miei compagni uruguaiani, ma quello che ho vissuto è stato più bello di quanto raccontato».

FUTURO – «Cagliari a vita? Chi può dirlo? Se pensassi di dover andare via, sarebbe dura: posso dire di avere più amici qui che in Uruguay. In Sardegna ho trovato anche l’amore: Sara, la mia fidanzata: una sarda che mi ha cambiato la vita. Sono molto felice e questo è importante».

RINNOVO – «Ora mi concentro giorno per giorno, senza pensare al futuro. Abbiamo un obiettivo per noi, la città e la Sardegna: speriamo finisca come deve finire e poi si potrà parlare di tutto».

UNO DI VOI – «Altri cinque anni al Cagliari? Magari facciamo tre perché inizio a essere vecchio (ride, ndc). A Cagliari ti fanno sentire un giocatore importante ma anche una persona normale, ti stanno vicini e ti mostrano tutto il loro affetto senza esagerare. Io mi sento uno di voi».

POSSIBILE PARTENZA – «Una delle prime domande che mi sono state fatte al mio arrivo, è stata sul mio futuro. Come se si pensasse che sarei stato di passaggio: col cuore e con l’anima mi sento mezzo sardo».

SENSAZIONI – «Che effetto mi fa essere il giocatore più pagato della storia del Cagliari? Da una parte una grande soddisfazione ma allo stesso tempo una responsabilità. Io ho sempre pensato a dare tutto in campo al di là dei soldi perché quando entro in campo, dimentico il resto».

PRETENDENTI – «Gli estimatori? Mi fa piacere, ma sono sempre stato l’ultimo a pensarci: per me sarebbe stato difficile andare via. E poi c’è la ferita della retrocessione. Mi ha toccato il cuore, così come a tutti quelli che sono rimasti: mi sono sentito in debito con la nostra gente».

SERIE B – «Non mi aspettavo un campionato così duro e all’inizio abbiamo fatto fatica, soprattutto a calarci nella nuova realtà. Ora, però, mi sembra che la squadra abbia trovato la strada giusta».

RANIERI – «Grande allenatore, persona tranquilla, dà grande serenità. Dobbiamo solo pensare a dare il massimo. Mi piace l’importanza che lui dà al gruppo. È arrivato ed eravamo spaesati ma ci ha messo poco per farci capire che abbiamo i numeri per rappresentare l’Isola».

INFORTUNIO – «Ho vissuto un periodo complicato. Si soffre a star fuori. Devo ringraziare lo staff, i medici, i fisioterapisti, i preparatori atletici. Tutti mi hanno permesso di recuperare a tempo di record e ora sto bene, ma lavoro ancora per arrivare al top».

URUGUAY E RITIRO – «Per noi uruguaiani, la maglia della Celeste è importantissima e io ho avuto modo di vivere 5/6 anni fantastici. Posso solo lavorare e giocare al massimo per ritrovarla. Mi piacerebbe segnare di più. Mi auguro che arrivino i gol di Nandez e spero di conservarne qualcuno per i playoff. Cosa farò quando mi ritiro? Mi piace la natura e mi immagino in una fattoria ad allevare cavalli e mucche. Ora giro la Sardegna in camper quando posso. Ho scoperto Cala Gonone, la Gallura, Tuerredda e altri posti meravigliosi».

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