Hanno Detto
Kilicsoy, l’agente Pastorello: «Ha il DNA del campione. A Cagliari lo stanno aiutando. Chiusa una bella operazione»

Kilicsoy, Federico Pastorello (procuratore dell’attaccante turco) ha rilasciato una lunga intervista sul giocatore del Cagliari di Fabio Pisacane
Federico Pastorello, agente di Semih Kilicsoy, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del portale gianlucadimarzio.com. Ecco le dichiarazioni del procuratore sul giocatore del Cagliari:
IL SUO GRANDE MOMENTO – «Sono la testimonianza del suo grande talento. Due anni fa in Turchia aveva segnato 12 gol a soli diciott’anni. Lo chiamavano il ‘nuovo Arda Guler’ perché sembrava il prossimo destinato a un club come il Real Madrid» .
PRESSIONE DA GESTIRE – «Ha dovuto affrontare con forza il peso delle aspettative già in giovane età. Il Beşiktas gli ha preferito giocatori esperti e lo scorso anno ha segnato poco».
CAGLIARI – «Ha intorno a sé un ambiente tranquillo e familiare, fatto di persone pronte ad aiutarlo. Ancora non è stato fatto nulla, ma stato bravo ad aspettare e sfruttare al meglio le opportunità».
DUE GOL IN DUE PARTITE – «Ma la cosa più difficile per un attaccante è riconfermarsi. Ha il DNA del campione, fa gol e non guarda al resto, si fa scivolare molto le cose addosso. In Serie A segnare non è facile: l’auspicio è che viva ogni partita al meglio. Day by day. Poi tireremo le somme» .
IL SISTEMA DI GIOCO DI PISACANE – «Ma Semih è un ragazzo riservato, timido. Vive per il calcio e sta imparando l’inglese. L’abbraccio dei compagni è stato molto bello perché hanno capito la delicatezza del momento che sta attraversando. È arrivato al Cagliari in ritardo di condizione: al Beşiktas aveva un po’ mollato. Entrare in un sistema di gioco come quello di Pisacane ha richiesto tempo ma anche dall’abbraccio si vede che gli vogliono bene» .
L’OPEREAZIONE CHE L’HA PORTATO AL CAGLIARI – «Il Cagliari con Semih ha chiuso una bella operazione. L’idea di proporlo all’estero in estate nasce dalle pressioni che subiva in Turchia: lì è considerato una star nascente, ma aveva bisogno di tranquillità. Per questo all’inizio pensavamo a due piste: il campionato olandese o… il Cagliari. Mi piaceva questa possibilità: il mare come a Istanbul, la gente socievole, una piazza calda ma familiare, un allenatore abituato a lavorare con i giovani e la voglia del presidente Giulini di provare colpi ambiziosi come questo» .
LA PAURA DEL BESIKTAS – «Il Beşiktas era riluttante a cederlo in prestito con diritto. Avevano il terrore di essere giudicati dai tifosi per aver dato via un giocatore di quest’età a queste condizioni. È stata una battaglia: il diritto di riscatto, alla fine, è abbastanza pesante. 12 milioni»
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