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Editoriale

Italia candidata per ospitare Euro 2028: non basterà per salvare il nostro calcio

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Il Presidente Federale Gabriele Gravina ha rilanciato nuovamente la candidatura dell’Italia per organizzare l’edizione di Euro 2028

Pochi giorni per godersi il successo continentale che l’Italia intera mira già al futuro, proiettandosi addirittura verso Euro 2028. Ovviamente non sul piano strettamente sportivo, quanto piuttosto su quello istituzionale e politico che nel Belpaese spesso si è intrecciato con effetti poco rassicuranti.

Ed è stato proprio il numero uno della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Gabriele Gravina, a rilanciare la candidatura per ospitare una grande manifestazione nel prossimo futuro: «Dobbiamo investire su settori giovanili e infrastrutture, parleremo col Credito Sportivo, queste sono sempre state le nostre priorità. Abbiamo l’Europeo 2028 e il Mondiale 2030 come occasione, ma andrei per step, quindi sull’Europeo»

Dopo l’edizione 2024 che si disputerà in Germania, infatti, il campo è ancora libero visto che la UEFA assegnerà l’organizzazione nell’autunno del 2022. Al momento, tra le possibili ospitanti annunciate spicca la presenza della Turchia che per la quinta volta consecutiva proverà a ottenere l’evento. In aggiunta è già prevista la candidatura congiunta di Romania, Grecia, Bulgaria e Serbia pronte eventualmente anche per il Mondiale successivo.

Ma il parco delle rivali si potrebbe infoltire visto che nel recente passato altre nazioni avevano ventilato l’ipotesi. Dalla Russia all’Inghilterra, dall’accoppiata Spagna-Portogallo al quartetto scandinavo Danimarca-Svezia-Norvegia-Finlandia.

Pochi mesi, dunque, per formalizzare le richieste e un anno abbondante per conoscere l’esito di una corsa che potrebbe avere l’Italia protagonista. Un’occasione senza dubbio da sfruttare, possibilmente meglio di quanto avvenuto nel 1990 tra inchieste, sprechi, appalti d’oro e impatto devastante sul debito pubblico. Si sono infatti stimati circa 7 miliardi di Euro di spesa complessiva, con numerose opere rimaste incompiute, abbandonate o mal ristrutturate.

Basti pensare ai vari stadi: per esempio al Delle Alpi di Torino tirato su ad hoc, diventato inutile dopo appena 15 anni e demolito poco dopo per lasciare strada al moderno Allianz Stadium. O al San Paolo di Napoli, ora Maradona, e al San Nicola di Bari, due strutture immense e al contempo fatiscenti malgrado l’enorme investimento di denaro.

Ben venga Euro 2028, sia chiaro. Ma con l’obiettivo di sfruttare l’occasione e non di sperperarla come successo nel passato. Di certo, però, non potrà essere la sola candidatura per una grande manifestazione a salvare il nostro calcio da quel buco nero che rischia di inghiottire tutto il sistema.

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