Editoriale

Genoa e Samp scelte pazze: il ritorno del Maestro, lo sbarco dell’allievo (di Rangnick)

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Una giornata pazzesca per Samp e Genoa che annunciano a distanza di poche ore i nuovi allenatori: conferma Giampaolo, sorpresa Blessin

La rivalità stracittadina tra Genoa e Samp si infiamma in un mercoledì di metà gennaio. Unite nel destino di un campionato sin qui non granché soddisfacente e a braccetto nella scelta dei nuovi, rispettivi allenatori che proveranno a risollevare le sorti della Lanterna calcistica. A poche ore di distanza, un grande ritorno e un arrivo quanto mai inaspettato.

Riavvolgiamo il nastro di una pazza giornata genovese con l’annuncio che, sostanzialmente, era semplice formalità, ovvero il Giampaolo Atto II in blucerchiato. Prime parole e primi sorrisi per il tecnico marchigiano che ha potuto riabbracciare quella Bogliasco che tra il 2016 e il 2019 l’aveva visto protagonista di un triennio di buoni risultati e gioco coinvolgente, con quell’etichetta di Maestro che in una carriera di alti e bassi spesso è stata utilizzata anche ironicamente.

Dopo le disastrose apparizioni al timone di Milan e Torino, un’iniezione di fiducia per Giampaolo ora di fronte a una nuova avventura da subentrante, novità assoluta per un allenatore soprattutto associato alla progettualità estiva piuttosto che alla soluzione-tampone di metà stagione. Calarsi nella parte e instillare il proprio credo tattico, profondamente differente da quello di D’Aversa, la sfida forse più complicata per chi ha “storicamente” bisogno di tempo e pazienza.

Se la Sampdoria sembra potersi permettere una scelta di progetto, ragionevolmente convinta di potersi salvare senza troppi affanni, non altrettanto si può immaginare per il Grifone. La nuova proprietà targata 777 Partners stupisce ancora una volta per l’imprevedibilità delle sue mosse. Che da impronosticabili a scellerate, va detto, il percorso è quanto mai breve.

Sulla cacciata di Ballardini e sulla decisione di puntare su Shevchenko, salvo poi buttare l’ucraino a mare dopo due mesi, si è già detto e criticato. Ma lo sbarco in Italia di Alexander Blessin ha davvero dell’incredibile, dell’inconsapevole, dell’assurdo rispetto a quel che siamo abituati a vedere dalle nostre parti.

Eppure del tecnico tedesco si dice un gran bene, complice una strepitosa stagione passata con l’Oostende nel massimo campionato belga. Di fatto la prima esperienza tra gli adulti, dopo una decina d’anni trascorsi nelle giovanili del Lipsia diventando tra gli allievi prediletti nella scuola di formazione di Ralf Rangnick e facendo la conoscenza di Johannes Spors. Calcio moderno ed evoluto dunque, in pieno stile algoritmi di marca Red Bull, che l’intera Serie A è curiosa di scoprire.

Forse Blessin è esattamente il profilo di allenatore ideale cui affidare un progetto a lungo termine. Ma che possa essere l’uomo giusto piovuto dal cielo, capace in quattro mesi e quindici partite di risollevare i rossoblù dal fondo della classifica è quasi utopia immaginarlo. A meno che la rivoluzione copernicana intrapresa dalla nuova proprietà abbia già messo in conto la Serie B come pista d’atterraggio e successivo decollo. Per la felicità dei tifosi genoani…

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