Festa alla vigilia: «A Firenze dato tutto, ora pensiamo solo al Chievo» - Cagliari News 24
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2015

Festa alla vigilia: «A Firenze dato tutto, ora pensiamo solo al Chievo»

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Vigilia tutta particolare quella del Cagliari, che dopo la vittoriosa gara di domenica a Firenze non ha fatto rientro in Sardegna per trasferirsi direttamente a Verona dopo qualche allenamento a Coverciano. Nel mirino c’è la sfida di mercoledì sera contro il Chievo, formazione che all’andata ha espugnato il Sant’Elia. La squadra di mister Festa ha il dovere di cercare un risultato su un campo tradizionalmente ostico, anche in considerazione dello scontro diretto che si gioca contemporaneamente al Manuzzi fra Cesena e Atalanta.

Il tecnico dei rossoblù, accantonato il trionfale esordio, appare completamente concentrato sulla prossima gara. Queste le sue parole alla vigilia, riportate dal sito ufficiale del club: «Sapevo che la squadra ha dei valori importanti. Sono rimasto piacevolmente sorpreso dall’attitudine di questi ragazzi. Prima ancora della tattica, è stato fondamentale ricompattarsi, in un momento di grande difficoltà. Forse la squadra non merita la sua attuale posizione di classifica, ma i fatti ora dicono questo. Non mi interessa quel che è stato, pensiamo a ripartire».

«Discorsi alla squadra? Non mi ero preparato nulla, vado a sensazioni. Ho cercato di trasmettere il fatto che comunque vada a finire, non debbano avere dei rimpianti alla fine, tipo “potevo dare di più”, “dovevo fare questo in modo diverso”. Sono emozioni difficili da esprimere. L’allenatore può dare degli indirizzi, ma gli strumenti sono i giocatori. A Firenze ho visto una squadra che ha dato tutto, giocando con grande attaccamento e passione. Vorrei fare notare l’atteggiamento dei calciatori in panchina. Sono stati protagonisti come chi è stato in campo, ha partecipato soffrendo con i compagni e creando un clima di positività eccezionale. Questo vuol dire che siamo stati una squadra, dal primo all’ultimo. Voglio soffermarmi sul lavoro svolto dai miei collaboratori: sono stati scelti anche pensando al rapporto da creare con i giocatori, per costruire un ambiente entusiasta che abbia tanta voglia di fare».

Il Cagliari targato Festa ha presentato anche qualche variazione rispetto alle formazioni schierate in precedenza da Zeman e Zola, in particolare si è rivista la figura del trequartista: «Vedendoli in allenamento, ho visto delle situazioni che potevano essere incoraggianti in questo senso. Mpoku, con la sua abilità tecnica, dà la possibilità di tenere palla e ripartire. Cop? Si è mosso bene, ha segnato due gol e ha avuto altrettanti occasioni per segnare. Anche Farias ha disputato un’ottima partita. Penso che chiunque giochi in questo momento possa fare bene». Vista la vicinanza degli impegni di questa settimana, si potrebbe pensare a un turnover per cercare forze fresche. Ma il mister non scopre le carte: «Per noi questa partita è troppo importante, dunque giocherà la formazione che riterrò essere la migliore. Se è un impegno importante, non voglio però caricarla di eccessivi significati. Andremo in campo per fare il massimo, come sempre».

Festa fuga anche il dubbio che tornare a lottare per la salvezza possa far riemergere paure e blocchi mentali: «Assolutamente no, in questo momento dobbiamo estraniarci da tutto e da tutti, e non creare aspettative. Alla salvezza continuiamo a crederci, ma dobbiamo pensare partita per partita. Quindi la Fiorentina appartiene al passato, non l’abbiamo nemmeno giocata. Il nostro pensiero deve andare solo e unicamente al Chievo».

Inevitabile uno sguardo all’avversaria di domani sera: «Il Chievo è una squadra tosta, organizzata, con le linee molto ravvicinate. Fargli gol è difficilissimo, lottano su ogni pallone con grande determinazione e in avanti hanno attaccanti come Paloschi e Pellissier, bravi a sfruttare ogni occasione. Hanno 37 punti, sono reduci da un buon pareggio contro la Lazio, ma non credo ad un avversario appagato. Nessuno ti regala niente, in Serie A. Chiave tattica? Bisogna trovare la soluzione per allargarli e trovare spazi. Comunque noi, più che agli avversari, dobbiamo pensare a noi stessi, affrontare la partita con il giusto approccio».

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