Editoriale

Di Francesco, Semplici e la sottile linea rossa

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Primi avvicendamenti sulle panchine di Serie A: Eusebio Di Francesco e Leonardo Semplici esonerati da Verona e Cagliari

Ringraziamo Eusebio Di Francesco e Leonardo Semplici per il lavoro svolto e la professionalità dimostrata. Più o meno sempre le solite formule di comunicazione accompagnano alla porta gli allenatori di turno. Dopo sole tre giornate di Serie A il destino si è compiuto per le panchine di Verona e Cagliari.

Primo in ordine di tempo il club scaligero che in tarda mattinata aveva ufficializzato la separazione dal tecnico abruzzese dopo tre sconfitte nelle prime tre giornate. Battute d’arresto con Sassuolo, Inter e Bologna che nel complesso non parevano giustificare una tale presa di posizione.

Chiaro che il curriculum del buone Eusebio nelle recenti stagioni fosse piuttosto lacunoso, a tal punto che la scelta del Presidente Setti in estate era sembrata piuttosto ardita. Oltretutto nell’ingrato compito di sostituire Juric, vero artefice del miracolo gialloblù negli ultimi due campionati.

Ma soprattutto un esonero arrivato dopo che nell’ultimo giorno di mercato la società aveva deciso di monetizzare, cedendo Zaccagni alla Lazio. Non un giocatore qualunque, ma il migliore talento della rosa. Insomma, se Di Francesco probabilmente non costituiva il profilo più adatto in estate, altrettanto va detto che tre partite di tempo, in questo contesto, non sono minimamente accettabili.

Così come lascia notevoli dubbi l’allontanamento di Leonardo Semplici, ironia della sorte proprio colui che subentrò a Di Francesco lo scorso febbraio sulla panchina del Cagliari. Che nel primo pomeriggio di ieri gli ha dato il benservito dopo il solo punto raccolto in questo inizio di Serie A.

Malgrado avesse condotto i rossoblù alla salvezza, il tecnico toscano non è mai entrato nel cuore del Presidente Giulini. Ed è qui che nasce l’equivoco. Dopo aver sondato altri allenatori, il numero uno del Casteddu aveva optato per la conferma quasi per mancanza di alternative.

Ma in un condottiero ci si crede o non ci si crede. E se non ci si crede tanto vale tagliare subito i ponti e ricominciare il nuovo campionato con un progetto differente. Strategia che Giulini ha invece puntualmente ignorato, finendo ora per ribaltare il cielo a metà settembre appena.

Con buona pace per i tecnici, quella sottile linea rossa di eroi costretti a combattere quotidianamente con presidenti iperattivi (per usare un eufemismo…), direttori cervellotici, giocatori bizzosi e tifosi lunatici. No, non è proprio un mondo per gli allenatori.

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