Ex Rossoblù
Criniti: «Il Cagliari con la Juve non mi è dispiaciuto. Il problema è che rinunciamo a giocare»

Antonio Criniti, ex giocatore del Cagliari, ha commentato a caldo il match andato in scena all’Allianz Stadium! Le sue dichiarazioni
Il Cagliari ha subito una sconfitta contro la Juventus sabato scorso, con il risultato di 2-1 allo Stadium. Un match combattuto, ma alla fine sono stati i bianconeri a portare a casa i tre punti.
L’analisi di Antonio Criniti
Nel corso della trasmissione “Rossoblù 100”, condotta da Bruno Corda, Antonio Criniti, ex attaccante del Cagliari, ha commentato il ko degli isolani. Quest’ultimo ha analizzato la prestazione della squadra, evidenziando le difficoltà nel contenere la forza della Juve, ma ha anche sottolineato la determinazione mostrata dai ragazzi di Fabio Pisacane. Il suo commento invita la squadra a mantenere alta la concentrazione e a guardare con fiducia alle prossime sfide.
MATCH JUVE – «La squadra non mi è manco dispiaciuta. Il problema è che noi rinunciamo a giocare, ci difendiamo in dieci, in nove. È una squadra che si deve salvare e, prima o poi, il gol della Juve lo pigli. Per esperienza dico che queste partite le devi affrontare con più sfrontatezza, invece, ho visto che tante volte lui rinuncia proprio a giocare. Anche se il primo tempo non mi è dispiaciuto, poi alla fine, quando cala un po’ Palestra a destra e cala un po’ Adopo, che ha dovuto correre per tutti, la squadra si abbassa. E con la Juve, che ha giocatori di qualità, prima o poi il gol lo prendi».
ATTEGGIAMENTO – «Secondo me è un atteggiamento proprio di Pisacane: una squadra che si deve salvare deve essere più coraggiosa, altrimenti non ce la fai. Con queste compagini fai fatica. Noi, il Cagliari di quegli anni là, avevamo un’identità molto precisa: andavamo noi ad attaccare loro. Poi vincevamo o non vincevamo, c’era qualità o no, quello è un altro discorso. Non è paragonabile al Cagliari di adesso, però sicuramente avevamo un atteggiamento diverso, quello che deve avere una squadra che si deve salvare».
PUNTI – «Su 27 punti a disposizione, quattro sono sempre pochi. Anche tre o quattro sono pochi, però la dimensione del Cagliari è quella, l’abbiamo detto. Purtroppo è una squadra costruita, secondo me, male. Ripeto: io non sono molto critico e non voglio giudicare l’operato del presidente o del direttore sportivo, che ho avuto in tre squadre diverse, ovvero Angelozzi, che conosco bene. Non voglio andare in queste sottigliezze».
BELOTTI – «Se non ci fosse stato Belotti non avrebbero neanche quei tre punti di Lecce, quindi sarebbe andata ancora peggio. Nella mia carriera non ho mai vissuto una roba di questo tipo. Ho fatto la Serie A per cinque anni, la Serie B per otto, ho cambiato tante squadre. In questi casi i giocatori sono lì, e dev’essere bravo l’allenatore, ossia il collante, a tenerli uniti, come fece Ranieri negli anni ’90 con la prima Serie A del Cagliari. È fondamentale la figura dell’allenatore: se l’allenatore barcolla, allora i giocatori pensano ai fatti propri, perché nel calcio l’amicizia non esiste quando si tratta di giocare o di lasciare il posto a un altro. Ognuno deve ritagliarsi il suo spazio, molti sono in competizione. Quindi è molto sullo staff, ma soprattutto sull’allenatore».
PISACANE – «Credo che Pisacane, da questo punto di vista, stia facendo molto bene, perché altrimenti una squadra andrebbe in depressione, con questi risultati e questo arrancare. Per quanto riguarda il mio parere personale, forse in questo momento siamo un po’ meglio di altre. La metto su questo binario: può darsi che la classifica ci sorrida perché ci sono altre squadre che arrancano. Non è giustificabile che il Cagliari, pur giocando a tratti anche abbastanza bene, con un’espressione di gioco piacente e bella da guardare, poi si infrange sempre sul fatto che non tira quasi mai in porta».
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