2015

Come un’araba fenice

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Ottimo risultato quello del Cagliari contro la Fiorentina, ma sopratutto, finalmente, un’ottima prestazione. Cosa sia potuto accadere in questa manciata di giorni nella testa e nelle gambe dei calciatori è difficile da capire. La realtà è che il Cagliari sceso in campo a Firenze era anni luce lontano da qualsiasi idea di squadra tentata maldestramente fino ad ora.

I giocatori sembravano una comitiva di alunni in gita scolastica, visi rilassati, sorrisi, abbracci e esultanza di gruppo, l’allenatore in panchina l’uomo più giusto al posto e al momento giusto e la partita una gara di spessore fatta di un calcio finalmente piacevole. È probabile che Festa sia riuscito a svuotare le teste dei calciatori da obblighi e costrizioni e che abbia alleggerito la tensione dell’ambiente circostante. E noi prendiamo e portiamo a casa! Certo, sarebbe troppo semplice ora dire che si poteva prevedere, si poteva evitare, ci si poteva pensare prima, sarebbe troppo facile lasciarsi andare a episodi di sporadica gioia, credere ancora di potercela fare, eppure un vento nuovo pare soffiare fnalmente dalla parte giusta.

Ci si è frantumato il cuore in tanti pezzi a vedere il Cagliari precipitare in caduta libera e oggi, anche se non dovesse servire a nulla, quello stesso cuore ce lo siamo riempiti d’orgoglio ritrovato e comunque dovesse andare a finire avremmo almeno riconquistato un po’ della dignità perduta per strada in quest’ultimo periodo. Oggi il Caglari come un’araba fenice è risorta dalle proprie ceneri, forse per lo spazio di una partita, ma il segnale è che sia vivo e si insinua fortemente il dubbio che, se questa squadra avesse giocato da subito o anche solo da poche domeniche fa come ieri, ora la posizione in classifica sarebbe molto differente, ma dalla prestazione di Firenze emerge più di una speranza per il futuro, qualunque esso sia e noi ne siamo comunque felici.

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