Caso Folorunsho, le offese alla madre di Hermoso non rientrano in quelle punibili dal codice Figc: le ultime
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Caso Folorunsho, le offese alla madre di Hermoso non rientrano in quelle punibili dal codice Figc: le ultime

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Caso Folorunsho, un accaduto crudo che ha sconvolto tutti. Le offese alla madre di Hermoso non sono punibili secondo il codice Figc: le novità

Il caso che ha coinvolto Michael Folorunsho, centrocampista classe 1998 noto per aggressività e fisicità in mezzo al campo, sta scuotendo l’ambiente dopo quanto accaduto durante Cagliari-Roma all’Unipol Domus. L’episodio, che ha visto il giocatore rossoblù rivolgere insulti pesanti e personali al rivale Mario Hermoso, difensore esperto del club giallorosso, ha rapidamente acceso un dibattito acceso a livello nazionale.

Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, lo sfogo di Folorunsho potrebbe non comportare automaticamente una sanzione da parte del Giudice Sportivo. Una possibilità che sta generando discussione, soprattutto per la gravità delle parole pronunciate.

Il ruolo del referto arbitrale: tutto dipende da ciò che ha sentito il direttore di gara

La giornata odierna sarà decisiva in quanto il Giudice Sportivo riceverà il referto dell’arbitro. Nel caso in cui venisse certificato che, nell’azione che ha portato all’ammonizione, il direttore di gara abbia udito anche gli insulti del centrocampista isolano, la questione si chiuderebbe automaticamente: il principio della “non duplicazione del giudizio” impedisce infatti che un calciatore venga sanzionato due volte per lo stesso episodio.

Se, invece, il referto non dovesse contenere riferimenti agli insulti, si aprirebbe lo spazio per valutare un supplemento di indagine, scenario che cambierebbe completamente la prospettiva disciplinare.

Le norme del Codice di Giustizia Sportiva: perché la prova tv non è applicabile

L’articolo 61 del Codice di Giustizia Sportiva stabilisce che la prova tv può essere utilizzata solo per episodi di condotta violenta, comportamenti gravemente antisportivi o espressioni blasfeme non viste dall’arbitro o dal VAR. Gli insulti tra calciatori, per quanto volgari e inopportuni, non rientrano in questa categoria.

Allo stesso modo, non appare applicabile l’articolo 28, che riguarda i comportamenti discriminatori: la frase di Folorunsho, pur pesante, non rientra nella definizione di discriminazione prevista dal regolamento.

Un caso destinato a far discutere

In attesa dell’esito del referto arbitrale, il caso resta aperto e continua a far discutere tifosi e addetti ai lavori. L’eventuale assenza di sanzioni, nonostante la gravità dell’insulto, potrebbe alimentare un nuovo dibattito sulla coerenza normativa e sull’applicazione delle sanzioni disciplinari in Serie A.

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