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Casarin: «In Italia si crede più alla tecnologia che all’arbitro»

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Paolo Casarin, ex arbitro, ha parlato al Corriere della Sera dello sviluppo della tecnologia per aiutare i direttori di gara nel mondo del calcio

Quest’oggi l’ex arbitro Paolo Casarin, ex arbitro, ha parlato al Corriere della Sera dello sviluppo della tecnologia per aiutare i direttori di gara nel mondo del calcio. Le sue parole:

PAROLE – «La Fifa sta modificando il gioco del calcio per adattarlo alle nazioni prive di storia calcistica. Tendenza che, dopo il Qatar, si conferma: il Mondiale del 2034 si giocherà infatti in Arabia Saudita. La vittima sarà l’arbitro padrone assoluto, opererà accogliendo i suggerimenti o le imposizioni della Var. In futuro il calcio super professionistico (circa 3% del totale mondiale) avrà bisogno di ulteriore tecnologia. All’arbitro sarà richiesta solo la comunicazione pubblica del lavoro eseguito dalla Var oltre agli interventi di bassa difficoltà. Il tempo effettivo supererà l’ora grazie alle poche proteste; in Italia si crede più alla tecnologia che all’arbitro! Il futuro potrà essere pertanto di quel Var che saprà coniugare l’arbitro del campo con la tecnologia trasformata da fotografia in lettura arbitrale. Oggi i Var veri sono pochissimi, forse solo uno interpreta nel miglior modo il ruolo ed è Massimiliano Irrati, apprezzatissimo anche all’estero».

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