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Cagliari, un Centenario senza i fiocchi

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Per il Cagliari il 2020 è stato in assoluto il suo anno più nero. Sei vittorie, solo il Torino ha fatto peggio

Il 2020 per l’intero popolo rossoblù doveva essere l’anno dei festeggiamenti, l’occasione per celebrare un secolo di storia fatto di continui alti e bassi: dallo scudetto del 1970 alle varie retrocessioni ma  con un elemento che non è mai mancato, l’amore incondizionato per i colori di una terra, di una maglia che fa battere il cuore. I festeggiamenti possono ormai essere messi da parte, il Centenario sembra non aver portato una grande fortuna alla squadra che in questo 2020 si è trovata tra i piani alti della classifica fino a scendere verso il basso, abbandonando l’obiettivo Europa per fare spazio a quello meno ambizioso della lotta per la salvezza. Dopo Rolando Maran, alla guida dei rossoblù per due stagioni, è arrivato il carismatico Walter Zenga che ha cercato di rimettere in piedi la squadra, di ridarle lo spirito giusto per rialzarsi e rifare sua quella classifica. Il Coronavirus, impietosamente, ha bloccato tutto: vite, calcio, squadre e anche la Serie A si è dovuta piegare alle sue volontà. Dopo il lockdown, l’ex estremo difensore dell’Inter sembrava potercela fare, sembrava aver dato ai suoi uomini la carica giusta. Il suo non è stato un percorso negativo, anzi, ha fatto esordire tanti giovani, ha dato la possibilità a chi fino a quel momento era rimasto nell’ombra ma non ha comunque portato al risultato sperato. Ecco che in estate, al termine del campionato, il patron rossoblù Tommaso Giulini decide di investire con ambizione su un tecnico di grande calibro come Eusebio Di Francesco. Gli inizi non sono stati facili perché si sa, prendere le redini di un gruppo simile all’Armata Brancaleone, non è compito facile. Ha richiesto pazienza, lavoro e soprattutto tanto equilibrio.

ANNO NERO E UNA VITTORIA CHE NON ARRIVA PIÙ – Il Cagliari, se si guarda ai numeri e alle statistiche, sta vivendo non solo un anno nero ma anche la sua ora più buia. Il frutto degli allenamenti e dei consigli del tecnico abruzzese inizia a vedere la luce ma non basta per essere totalmente fiduciosi, specialmente se si guarda alla classifica e a quei pochi punti che separano i rossoblù dalla zona retrocessione. Nelle prime 14 giornate, il Cagliari ha portato a casa tre vittorie, cinque pareggi e sei sconfitte, davvero troppo, troppo poco per una squadra che c’è, ha dei validi giocatori ma ha ancora il freno a mano tirato. Ai soliti problemi in difesa si aggiungono ora quelli del reparto offensivo i cui attaccanti sono rimasti intoppati in un meccanismo più mentale che fisico che non permette di andare a segno. In avanti si va a intermittenza, lo stesso Joao Pedro, a volte, sembra una lampadina: in certe partite dà il massimo, in altre sembra essere totalmente assente. Rappresenta però, sempre e comunque, il punto di sicurezza della squadra, i compagni si fidano e si affidano a lui, il capitano che riesce, in alcune occasioni a ridestarsi, a ritrovare la freddezza per sbloccare i match.

SI RIPARTE DA ZERO – Questo primo scorcio di campionato sicuramente non può essere messo da parte ma deve essere sfruttato come punto di partenza per ricominciare, per ritrovare quello spirito guerriero che esiste da sempre nel Cagliari. Si riparte domenica 3 gennaio alla Sardegna Arena contro il Napoli. Per i rossoblù è arrivato davvero il momento di invertire la rotta e dirigersi con più ottimismo, fiducia e lavoro verso le ultime partite del girone di andata per poi iniziare quello di ritorno con la voglia di giocare per vincere e raccogliere quei punti persi per strada.

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