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Cagliari, perdere è accettabile: l’atteggiamento no

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Cagliari, la sconfitta con il Genoa brucia. A pesare è l’atteggiamento rinunciatario e a tratti timoroso

Per comprendere le sconfitte e porre rimedio per il futuro serve innanzitutto un’analisi obiettiva e imparziale, che inquadri al meglio l’andamento della partita e che si concentri esclusivamente sulla prestazione dei calciatori senza lasciarsi distrarre da sterili polemiche contro la classe arbitrale. Se il Cagliari è in questa posizione di classifica lo deve solo a sé stesso: staff, dirigenza, allenatore e calciatori. Allo stesso tempo, dire che ieri i rossoblù sardi avrebbero meritato un pareggio o addirittura la vittoria sa quasi di pia illusione e alibi nei confronti di una tifoseria appassionata e fedele che ha dovuto assistere ad una prestazione priva di mordente offensivo, coraggio e voglia di vincere.

L’emblema della pochezza vista in campo ieri è stato visibile nel momento della sostituzione di Keita: sul pari l’attaccante ha lasciato in campo da gioco con tutta calma, l’atteggiamento del corpo ha lasciato intuire che ai rossoblú il pareggio non dispiacesse affatto e che a prevalere non fosse la voglia di vincere, ma quella di non perdere. Atteggiamento sbagliato che porta quasi sempre alla sconfitta. E senza una profonda riflessione, la lotta per non retrocedere rischia di diventare un dramma sportivo per chi ha a cuore questi colori.

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