2013

Anniversario scudetto, le leggende rossoblù incontrano i tifosi (FOTO)

Pubblicato

su

La data di oggi è nelle tradizioni sarde, senza voler mancare di rispetto a nessuno la celebrazione di quel sogno diventato scudetto è ormai incisa nel calendario del popolo sardo insieme a feste canoniche come Sant’Efisio e Sartiglia.

Oggi presso la Corte del Sole a Sestu si è tenuta una tappa dei festeggiamenti, ed è stata l’occasione per i tifosi di vedere da vicino miti quali Gigi Riva (il supremo), Adriano Reginato, Mario Brugnera e Gigi Piras.

Rombo di tuono è passato leggero leggero sopra i clamori giudiziari degli ultimi giorni (“Mi hanno fatto un brutto scherzo“, ha detto sorridendo) e si è lasciato circondare dall’amore della sua gente. “E’ sempre bello sentire queste manifestazioni di affetto” – ha esordito Riva – “anche se ogni volta vuol dire che è passato un altro anno, che diventiamo più vecchi. Da un lato c’è un filo di malinconia nel pensare a quelli che non ci sono più, però è anche toccante sentire il calore di giovani che non mi hanno visto giocare.”
Una battuta sulla sua sardità acquisita (“Se sono qui da 50 anni vorrà dire che mi trovo bene“) e poi un abbraccio alla nipotina che, manco a dirlo, gioca a calcio.

Accanto al Mito ci sono altre leggende, come il portiere dei record Reginato: “Quello dello scudetto era un gruppo eccezionale, siamo tutt’ora molto legati. La mia fortuna più grande è stata quella di incontrare quei ragazzi“. La chiosa amarcord: “Con un po’ di fortuna avremmo potuto vincere anche un altro scudetto, ma è andata così“.

La parola passa poi a Mario Brugnera, uno che ha conosciuto mille posizioni in campo e fatto la storia del Cagliari per tanti anni. Un record di presenze recentemente superato da Daniele Conti. “Se mi spiace aver perso il primato?” – osserva Brugnera – “E’ un piacere cederlo ad un uomo che ha sposato la Sardegna proprio come me, e come alcuni altri ragazzi dello scudetto“.

Si unisce alla festa un sardo di nascita, quel Gigi Piras che arrivò subito dopo lo scudetto e seppe segnare quasi cento gol in rossoblù. “Il mio primo gol” – ricorda Piras – “arrivò sugli sviluppi di un corner perché i difensori marcavano tutti Riva. Su di lui andarono in quattro, così io fui libero di metterla dentro“.

Il tempo della chiacchierata finisce, si rompono le righe ma i campioni non vanno via: si lasciano abbracciare dalla folla, scherzano e firmano foto ingiallite. Perché le tradizioni vanno onorate, e i quattro mori vigilano.

 

 Foto: © CagliariNews24.com

 

Exit mobile version