Ex Rossoblù
Piras ricorda Riva: «Ho giocato quattro anni con lui, sapevi di essere già in vantaggio»

Luigi Piras, ex attaccante del Cagliari, ha ricordato Gigi Riva in una sua recente intervista: le parole
L’ex attaccante del Cagliari, Luigi Piras, ha voluto onorare la memoria del grande Gigi Riva in un’intervista rilasciata a ènordest.it. Piras, che ha avuto il privilegio di condividere il campo e lo spogliatoio con Rombo di Tuono, ha offerto un ritratto intimo e toccante, che va oltre la semplice ammirazione sportiva per abbracciare la figura dell’uomo e del leader silenzioso.
Piras ha giocato per quattro anni al fianco di Riva e di gran parte di quella squadra leggendaria che conquistò lo storico scudetto 55 anni fa. Un’esperienza che lo ha segnato profondamente e che gli ha permesso di assistere da vicino alla grandezza del compagno.
Il carisma silenzioso del leader
Il ricordo di Piras si sofferma anche sul carattere di Riva, una figura nota per la sua riservatezza. «Carattere chiuso», lo definisce, un tratto che ha avuto modo di apprezzare anche quando i loro ruoli sono cambiati e Riva è diventato un dirigente. In questa nuova veste, il suo modo di essere non è cambiato: «Di parole non ne sprecava tante». La sua leadership, infatti, non si basava su discorsi motivazionali ad alta voce, ma su un carisma silenzioso, su una presenza rassicurante e autorevole.
Ma Piras rivela anche un lato più intimo del campione, un dettaglio che illumina la sua profonda umanità. Nonostante la sua natura schiva, «prima di entrare in campo sapeva incoraggiarti». Un incoraggiamento fatto magari con poche parole, un gesto o uno sguardo, ma che aveva un peso enorme. Un segno della sua capacità di leggere l’animo dei compagni e di motivarli al momento giusto. Il ricordo di Piras, quindi, non è solo un omaggio al grande campione, ma un ritratto a tutto tondo di un leader che, con la sua unicità, ha lasciato un segno indelebile non solo nel calcio, ma anche nel cuore di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.
RIVA – «Ho giocato quattro anni con lui e con buona parte di quella squadra che conquistò lo scudetto 55 anni fa. Come calciatore non c’è discussione. Sapevi che con lui iniziavi le partite già in vantaggio di un gol. Dovevi giocare per lui. Carattere chiuso poi l’ho avuto da dirigente. Di parole non ne sprecava tante, però prima di entrare in campo sapeva incoraggiarti».