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I momenti indimenticabili del Cagliari che ogni tifoso porta nel cuore
Ogni fan ricorda con orgo͏glio i successi della sua squa͏dra del cuore e li rievoca con piacere quando ne ha la possibilità. Il Cagliari negli anni ha saputo far sognare i suoi tifosi e ha regalato emozioni che molti conser͏vano ancora nella propria memoria. Sono queste le storie che i nonni amano ancora raccontare ai nipoti, le storie dei successi e delle vittorie del club.
Ci sono luoghi e suoni che possiamo riconoscere anche a occhi chiusi, per esempio l’Unipol Domus e la curva che canta. Il calcio sa come far battere il cuore e non solo sul campo. I tifosi hanno a disposizione anche i forum, i social e le community per confrontarsi e condividere la propria passione. Alcuni si ritagliano il tempo per fare delle partite a tema sui casinò online come BDM Bet, è un modo per sentirsi parte dell’emozione e per contribuire direttamente a portare alla vittoria la propria squadra del cuore. Magari un giro di slot prima che inizi il match, o una partita veloce in pausa pranzo con in sottofondo i fischi degli arbitri e i cori dello stadio. Ogni fan vive la passione per il calcio in modo unico e individuale. Vediamo quali sono i momenti che ogni tifoso del Cagliari porta nel cuore.
Lo Scudetto del 1970: l’isola sul tetto d’Italia
Il 12 aprile 1970 fu un giorno che passò alla storia. Il Cagliari sconfisse il Bari per 2-0 e diventò campione d’Italia addirittura con due giorni d’anticipo. Gigi Riva chiuse la stagione con ben 21 gol, capocannoniere, e divenne il simbolo di una squadra solida, moderna e tenace. Non c’è che dire, il Cagliari dimostrò di avere una difesa di ferro e sollevò con orgoglio la coppa che solo i migliori riescono a raggiungere.
L’Europa del ’94: la notte in cui il Cagliari eliminò la Juve
Un altro momento storico è senza dubbio la primavera del 1994, quando il Cagliari eliminò la Juve dalla Coppa UEFA. Prima vinse 1-0 ai quarti di finale in Sardegna, poi diede il colpo di grazia a Torino. Fu una delle notti più rumorose per i fan, chi c’era ricorda sicuramente i festeggiamenti di quella serata. Anche se, in semifinale, il club venne battuto dall’Inter, resta il ricordo di un Cagliari in grado di competere anche nel contesto europeo e di gareggiare contro i migliori.
Il filo rosso di Ranieri: dalle scalate degli anni ’90 alla salvezza nel 2024
Claudio Ranieri è un pezzo di cuore rossoblù. Tra il 1988 e il 1990 portò il Cagliari dalla Serie C1 alla A con due promozioni consecutive. Fa la parabola perfetta della resilienza. Trent’anni dopo, il ritorno: prese in mano la squadra a fine 2022, la riportò in A nel 2023 e la salvò nel 2023/24, chiudendo a 36 punti, una quota che quell’anno bastò anche all’Empoli per restare su. Poi, il 21 maggio 2024, annunciò l’addio: “È la scelta giusta”. Il suo congedo commosso all’Unipol Domus ha conquistato il cuore di tutti perché ha raccontato in un minuto ciò che a volte nemmeno le classifiche riescono a dire. Certi allenatori non passano, restano.
Bari, 11 giugno 2023: il tocco di Pavoletti che cambiò un’estate
Finale playoff, minuto 94. Cross di Zappa, Pavoletti gelò il San Nicola: 0-1. Il Cagliari tornò subito in Serie A dopo solo un anno di purgatorio e la Sardegna accese una festa che attraversò l’isola. Se chiedi a un tifoso di mostrarti un video da rivedere, molti ti faranno vedere proprio quel gol: semplice, pulito, ma pesantissimo. È un momento recente, eppure già entrato nel vocabolario emotivo del club.
Unipol Domus: una casa da 16 mila posti dove la memoria è viva
Dal 2017/18 la casa delle partite è l’Unipol Domus, moderno e raccolto, con poco più di 16 mila posti. È uno stadio che concentra il suono, quando i tifosi cantano sembra più grande. Nel 2024 e nel 2025 ha visto salvezze, addii e ripartenze, è il luogo dove la comunità si ritrova, tra bandiere e famiglie, per dare forma alla domenica. La dimensione umana dell’impianto è parte dell’esperienza: vicinanza al campo, energia che gira veloce e bambini che alzano sciarpe più grandi di loro.
Dopo Riva: lutto e orgoglio (2024)
La scomparsa di Gigi Riva, a gennaio 2024, ha colpito non solo il Cagliari ma tutto il calcio italiano. Riva non è stato solo il bomber dello Scudetto. Il modo in cui la tifoseria lo ha ricordato, applausi, silenzi, murales, sciarpe sotto le statue, dice molto dell’identità rossoblù: rispettosa, orgogliosa, mai smaniosa di rumore fine a se stesso. La sua eredità è tecnica e morale, un’idea di calcio che rispetta il gioco e la gente che lo guarda.
Perché certe immagini non sbiadiscono mai
È inutile, ci sono ricordi che riescono a racchiudere l’identità di un club. Lo Scudetto del ’70 non è un trofeo in bacheca, è la prova che una periferia può diventare centro. Le notti del ’94 non sono un ricordo vintage, spiegano come il coraggio possa accorciare le distanze. Il gol di Pavoletti e l’addio di Ranieri non sono delle semplici clip da condividere, sono la grammatica emotiva che unisce i nonni e i nipoti. E l’Unipol Domus, con la sua voce compatta, è la stanza dove tutto questo continua a succedere.
