Il doppio ex Mazzone: «A Cagliari e Brescia ricordi stupendi» - Cagliari News 24
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2015

Il doppio ex Mazzone: «A Cagliari e Brescia ricordi stupendi»

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A Cagliari ha vissuto due parentesi, con diversi epiloghi: nel biennio 1991/93 conquistò una tranquilla salvezza e l’anno successivo la storica qualificazione alla Coppa UEFA. Tornato nella stagione 1996/97 per sostituire Gregorio Perez, non riuscì ad evitare la retrocessione in Serie B, concretizzatasi nello spareggio salvezza del San Paolo contro il Piacenza. A Brescia trascorse tre stagioni, dal 2000 al 2003, raggiungendo un settimo posto al primo anno (record delle rondinelle), una semifinale di Coppa Italia e una finale di Coppa Intertoto, dalla quale uscì sconfitto per mano del Paris Saint Germain, mancando la qualificazione alla Coppa UEFA 2001/02.
Carlo Mazzone è stato intervistato dal sito della Lega B per la rubrica “Due maglie, un allenatore”, che racconta le sfide della Serie B attraverso i ricordi di un doppio ex tecnico. «Seguo sempre il calcio italiano e naturalmente anche la Serie cadetta, in particolar modo le squadre che ho avuto il piacere e soprattutto l’onore di allenare. E’ un campionato molto avvincente e seguirlo dà modo di conoscere molti nuovi calciatori», l’esordio di Sor Carletto. L’attenzione si sposta inevitabilmente sulla sfida tra le sue due ex squadre che si sfideranno nella prossima giornata di campionato, Brescia e Cagliari: «Di queste due squadre, e di queste due città, ho ricordi bellissimi. Mi sono trovato bene e sono stato trattato in maniera stupenda. È per questo che seguo ancora con piacere le loro vicende e, anzi, faccio il tifo per queste squadre nella speranza che disputino un campionato da protagoniste, come del resto mi sembra che stia accadendo». In chiusura l’inevitabile domanda sul risultato del match: «Pronostici sinceramente non ne faccio per il rispetto e la stima che nutro per queste due società e per i loro tifosi. Sono sicuro che vincerà la squadra migliore, che può sembrare banale ma in realtà sono sempre stato convinto che il calcio alla lunga dà il giusto merito a chi lavora bene. L’importante comunque, specie per chi la segue da fuori, è che ci sia correttezza e rispetto, dentro e fuori dal campo».

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